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Economia Gualdo Tadino

L'Altro Natale, alla Tagina in 200 rischiano il lavoro. Mistero su possibili acquirenti. Sale la rabbia in città

Durissimo il sindacato dopo l'ennesimo rinvio sulle trattative e dopo che nessuno si espone su stipendi e futuro. "Dilettantismo nel condurre le trattative"

Non ci sono certezze sul futuro di una delle più importanti fabbriche di ceramiche dell'Umbria, la gualdese Tagina. Una, due o forse zero trattative in corso per la vendita. Tanti i dubbi dato che nessuno parla con le maestranze costrette a mettere in piedi un presidio davanti alla fabbrica. Unica certezza: niente tredicesima e stipendio per gli oltre 200 dipendenti. Non c'è liquidità finchè non arriverà un socio o un acquirente. La grande crisi alla Tagina è iniziata oltre un anno fa quando con l’annuncio congiunto da parte del gruppo Cerit ( con la regia del fondo di investimenti Mandarin) e dall’azienda stessa, la trattativa per la cessione di Tagina si sarebbe dovuta concludere nel corso del 2017 ed avrebbe visto l’inserimento dell’azienda umbra in un cluster di aziende ceramiche che ne avrebbe permesso l’internazionalizzazione.

"Ad oltre un anno di distanza - ha spiegato Fabrizio Framarini segretario generale della Cisl - il gruppo ed il relativo fondo non ci sono più, la situazione di Tagina però è andata via via deteriorandosi e in extremis, siamo venuti a conoscenza ai primi di Dicembre, dell’avvio di una nuova trattativa con un importante gruppo ceramico sassuolese". Il sindacato usa parole forti per descrivere il momento difficile alla Tagina: "La sensazione che si fa via via più certezza tra i lavoratori è quella di un certo dilettantismo nel condurre le trattative".

Tutti chiedono - dagli operai all'ultimo dei gualdesi - di giocare a carte scoperte anche per poter capire se realmente ci sono possibilità di salvezza per l'azienda e per i posti di lavoro oppure, per dirla con le parole del segretario della Cisl, "si sta ciurlando nel manico e l’obiettivo che hanno in mente i soci è un altro". Duecento lavoratori e relative famiglia hanno il diritto di sapere cosa riserverà loro il futuro. 

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