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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Dossier Turismo, la rivincita dell'Umbria e quota 10 milioni di presenze. Turisti stranieri: "Il giusto mix cultura, natura e cibo"

La ricerca Aur: "L’Umbria ha tutte le carte in regola per diventare un luogo turistico decisamente più attrattivo ma per raggiungere questo obiettivo quello che manca è la capacità di fare sistema"

È il momento di superare l’idea tradizionale di turismo in Umbria: da almeno cinquanta anni, la nostra regione è identificata con l’appellativo di “cuore verde d’Italia” o al massimo “terra di s. Francesco”. Invece l’Umbria è molto di più: una meta davvero ricca di possibilità poiché consente di costruire su misura il giusto mix tra relax, svago, cultura, sport e tanto altro (basti pensare all’offerta enogastronimica che non invidia nessun’altra regione italiana). È innegabile che queste premesse fanno già la differenza per i turisti che scelgono la nostra regione per una vacanza. Ma c’è di più. Il bello sta nel fatto che i turisti che già oggi la visitano sono ben consapevoli dei suoi valori – come emerge da una recente indagine di Toluna, comunità online creata per fare sentire la voce dei clienti ai principali fornitori globali di prodotti e servizi.

E così ecco che il 71% degli intervistati nel Regno Unito rivela che in Umbria c’è "il giusto mix tra natura e cultura, dove potersi rilassare in luoghi imperdibili". Il 68% ci apprezza per la qualità del cibo e il 42% degli inglesi vuole venire qui perché "è una terra ricca di storia arte e cultura". Le percentuali si assomigliano molto poi sia per i tedeschi che per gli americani. "Colpisce tuttavia che l’Umbria raggranella le percentuali meno gratificanti sul fronte dell’essere percepita una terra ricca di storia, arte, vini e prodotti tipici dagli italiani”. Ne spiega il motivo Giuseppe Coco, ricercatore di Agenzia Umbria Ricerche (Aur), secondo cui: “non è un’informazione negativa perché la regione sotto quei fronti  oggettivamente uno scrigno preziosissimo che va solo scoperto. Quindi guardando i dati da un’altra prospettiva di fatto abbiamo la misura di quanto potrebbe crescere il “cuore verde” in termini di attrattività se solo riuscisse a promuoversi meglio”.

Per diventare un maggior polo attrattivo. Ne consegue che l’Umbria ha tutte le carte in regola per diventare un luogo turistico decisamente più attrattivo ma per raggiungere questo obiettivo quello che manca è la capacità di fare sistema: troppo spesso infatti si rischia di cadere nell’errore di pensare e agire in piccolo, preoccupandosi soltanto del “proprio orticello” quando invece gli ultimi anni hanno dimostrato che siamo “un’unica realtà” strettamente collegata. Si tratta quindi di far convergere - senza esclusioni - tutti coloro che a vario titolo possono contribuire alla crescita del sistema turistico fino ad elevarlo a motore fondamentale dello sviluppo regionale.

A questo proposito ricordiamo che nel 2019 si sono toccate le 6,2 milioni di presenze. Potrebbe non essere necessario uno sforzo troppo ampio per raggiungere l’obiettivo di 10 milioni di presenze annue: questo potenzialmente genererebbe una spesa turistica - solo considerando i pernottamenti - di 730/830 milioni di euro e un’occupazione di 9/10 mila persone in più. Secondo la teoria dello sviluppo economico, se i flussi turistici crescono con costanza nel tempo hanno una ricaduta positiva in primis sui redditi dei residenti, ma anche e soprattutto sulla domanda di beni prodotti locali grazie all’incremento dei consumi da parte dei turisti. Senza contare l’aumento degli investimenti nel settore, con una crescita sia per le imprese esistenti sia per la nascita di nuove imprese.


 

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