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Dossier Legambiente su rifiuti differenziati in Umbria: 11 comuni da record, la mappa dei peggiori e quei territori in miglioramento

Un dossier quello di legambiente sul riciclio dei rifiuti tra chiari e scuri: ovvero tra comuni virtuosi, altri in miglioramento e altre aree che continuano in un trend negativo drammatico. Infine c'è quel dato umbro complessivo, dignitoso ma da troppo tempo stabile: 66,2%.  Quest’anno sono 11 i Comuni Ricicloni umbri (due in meno rispetto allo scorso anno per via del peggioramento nella quantità e nella qualità della raccolta in diversi comuni, anche a causa della pandemia). Le novità principali nella classifica sono date dall’ingresso dei comuni di Torgiano e Valfabbrica e dal ritorno di Bastia Umbra. Quest’anno solo uno dei comuni umbri è tra quelli annoverabili tra i Comuni Rifiuti Free, ossia quelle amministrazioni che hanno contenuto la produzione pro capite di secco residuo (indifferenziato) e altri rifiuti a smaltimento al di sotto dei 75 kg/anno/abitante, e che pertanto sono stati premiati anche a livello nazionale da Legambiente. Si tratta di Calvi dell’Umbria, in provincia di Terni. Tutti i comuni premiati: (sotto i 5mila abitanti) Calvi dell’Umbria, Arrone, Ferentillo, Montefranco, Attigliano, Bettona, Polino, Valfabbrica; (comuni tra 5mila E 20mila) Torgiano e Todi; (sopra i 20mila) Bastia Umbra

Come noto, per essere premiati come comuni Ricicloni umbri, il criterio selezionato da Legambiente Umbria è quello di rispettare l'obiettivo minimo di raccolta differenziata che a livello regionale era stato innalzato al 72,3% già con la DGR 34/2016, ma anche puntare sulla qualità, sulle politiche di prevenzione del rifiuto e sulla massimizzazione del riciclo. Dunque, virtuosi sono solo i comuni che hanno una qualità media della raccolta della frazione organica (dell’umido insomma) superiore o uguale al 95%, ovvero con presenza di materiale non compostabile (MNC) inferiore al 5%. Ai fini della classifica è stato valutato di escludere dalla graduatoria i comuni, che pur avendo una percentuale adeguata di raccolta differenziata, avevano un dato di qualità media rilevata della frazione organica di classe B, C e D, ovvero con percentuale di materiale non compostabile superiore al 5%. Come si legge nel Rapporto: “Questi comuni pur avendo il merito di aver raggiunto un risultato importante nella percentuale di differenziata, devono lavorare maggiormente sull’informare e motivare i propri cittadini a conferire i rifiuti in maniera corretta e devono sollecitare i propri gestori ad effettuare con maggiore frequenza e accuratezza le analisi merceologiche”. In virtù di tale ulteriore selezione sono stati esclusi dalla classifica dei Comuni Ricicloni i comuni di Otricoli, Porano, Piegaro, Castel Viscardo, Paciano e Narni. 

I dati complessivi ci dicono che nella nostra Regione la produzione di rifiuti urbani (RU) nel 2020 è stata di 439.050 tonnellate, di cui 290.836 tonnellate raccolte in modo differenziato. La produzione complessiva risulta in diminuzione rispetto all’anno precedente di 15.429 tonnellate (a fronte anche di una consistente diminuzione della popolazione residente, che si è ridotta di circa 14 mila unità) e la raccolta differenziata ha invece raggiunto la percentuale del 66,2%, dato praticamente invariato rispetto al 2019. Ci sono stati comunque ambiti che hanno visto crescere le proprie percentuali. La crescita più consistente è quella avvenuta nel sub-ambito 1, mentre molto più modesti quelli dei sub-ambiti 2 e 3, che comunque hanno tutti visto crescere la propria percentuale di RD. Cattivi segnali invece dal sub-ambito 4, notoriamente il più virtuoso negli anni passati, che invece ha visto una diminuzione della propria percentuale di differenziata, ma che rimane comunque la migliore a livello regionale. 

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