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I "Signori delle Acque Minerali" in Umbria: nuovi prelievi, il canone e occupazione in calo

Nove società operano in Umbria imbottigliando acqua pubblica. Ecco tutti i dati 2014 diramati dalla Regione. Canone di concessione piuttosto light ma per l'assessore è "adeguato". Crollo dei lavoratori nel settore

Un euro per ogni metro cubo di acqua utilizzata e 50 euro ad ettaro di concessione. E questo quello che i signori delle acque minerali dell'Umbria devolvono alla Regione e quindi all'Umbria per imbottigliare acqua pubblica che diventa poi business milionario. I nove operatori - per 17 marchi - che "lavorano" l'acqua di casa nostra hanno versato in totale alle casse pubbliche qualcosa come 1milione 341mila euro nel 2014.

Per l'assessore Fernanda Cecchini si tratta di un canone, quello umbro, "adeguato e al livello medio-alto della media di altre regioni”. In molti non la pensano così e da tempo dalla sinistra al Movimento 5 Stelle si chiedono più denari da rinvestire in Umbria in cambio dell'acqua concessa.  Nel 2014 sono stati imbottigliati 1.085 milioni/litri di acqua minerale, con una diminuzione di un 10% rispetto al 2013.

Ma nel futuro prossimo è previsto una maggiorazione sul prelievo per il marchio Rocchetta: “Si sta lavorando – ha reso noto l’assessore  Cecchini – alla proroga della concessione per l’imbottigliamento delle acque della sorgente Rocchetta fino al 2040, imponendo un limite alla portata massima dei prelievi, in accordo con l’amministrazione comunale di Gualdo Tadino: la società ha infatti presentato un piano di investimenti produttivi e di riqualificazione che potranno avere importanti ricadute per il  territorio dal punto di vista sociale, economico e ambientale”.

Dal punto di vista occupazionale,  nel 2013 il personale occupato è diminuito nei numeri (-15 unità), rispetto all’anno precedente. La situazione è peggiorata nel 2014:  dai 327 occupati diretti del 2013 si è passati a 289 del 2014. 

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