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Economia

Emergenza lavoro, messi tutti insieme i cassa integrati sono la sesta città umbra

I lavoratori coinvolti nella cassa in deroga in Umbria sono oltre 12.500, per un totale di oltre 24mila lavoratori umbri coinvolti dagli ammortizzatori sociali. Record nazionale in rapporto con gli abitanti

Nel mese di giugno si conferma in Umbria l'allarme lavoro. I dati dell’osservatorio nazionale CGIL mettono in risalto un importante incremento della cassa integrazione straordinaria (quella utilizzata nei casi di chiusure e ristrutturazioni di aziende), sia come ore autorizzate (+45%, contro una media nazionale del 21%), sia soprattutto come numero di aziende che la richiedono. 

Qui l'Umbria detiene addirittura il primato nazionale, con un incremento, rispetto a giugno 2012, del 160%, contro una media nazionale del 14%. Emerge con nettezza, dunque, che la crisi si allarga e si approfondisce, che non si intravede nessun segnale di ripresa e che è in atto una preoccupante tendenza alla deindustrializzazione, in Italia e in Umbria, tendenza che va urgentemente contrastata con politiche di sostegno alle attività economiche a partire dall’industria.

Tutti gli altri lavoratori in cassa integrazione hanno visto una riduzione del loro reddito nei primi 6 mesi dell’anno pari ad almeno 4mila euro, e questo com’è evidente ha un effetto drammatico sui consumi e sulla coesione sociale. Inoltre, i pagamenti della cassa integrazione, quando vengono effettuati, arrivano ad accumulare ritardi che vanno di 4 ai 6 mesi.

Per questo è urgente necessario rifinanziare gli ammortizzatori sociali e superare tutti i ritardi che caratterizzano anche l’azione di questo governo.Tornando ai numeri, in Umbria i lavoratori coinvolti dalla cassa integrazione risultano  essere 6.576 nella CIGO, 5.499 nella CIGS e 4.049 nella CIGD, ma quest'ultimo dato, in realtà, è falsato dalla situazione di cui si diceva sopra. In realtà, infatti, i lavoratori coinvolti nella cassa in deroga in Umbria sono oltre 12.500, per un totale di oltre 24mila lavoratori umbri coinvolti dagli ammortizzatori sociali.

E’ l’ulteriore conferma di una situazione drammatica, che richiede risposte immediate in termini di finanziamento degli ammortizzatori e di politiche per la crescita. Per questo la priorità si chiama piano del lavoro.

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