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Economia

Crisi Merloni, è polemica sul futuro di 3mila lavoratori: "Serve un nuovo piano"

I sindacati temono che i fondi del Governo per la crisi di Gualdo e Nocera non saranno sfruttati nel migliore dei modi per il reimpiego dei lavoratori. Partirà una nuova consultazione con i comuni e imprenditori per cambiare il Piano

Un nuovo piano per la reindustrializzazione dei territori dell'appennino dell'ex Merloni. La richiesta arriva dai metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil per rimettere in piedi l'economica dell'area ma anche cercare di ridare di un lavoro agli oltre 3mila lavoratori che sono rimasti fuori dalla nuova produzione dell'azienda rilevata da una cordata marchigiana.

"Le organizzazioni - scrivono nella note - sindacali esprimono preoccupazione per le proposte di nuovi progetti di reindustrializzazioni nel territorio attraverso l’Accordo di Programma, in quanto dalle informazioni che giungono, non sembrano rappresentare una risposta adeguata alle problematiche derivanti dalla crisi della ex Antonio Merloni. C’è il rischio che le proposte non si concretizzino in tempi celeri ed in linea con le disposizioni dell’Accordo, vanificando così la possibilità di risposte positive ai lavoratori ed alle lavoratrici, oltre 600 attualmente in CIG straordinaria. Le stesse attività avviate dal Gruppo J & P, che ha rilevato il perimetro della ex Antonio Merloni, non sono ancora tali da garantire una continuità lavorativa e prospettive per lo stabilimento di Colle di Nocera, per  questo sono in corso iniziative di FIM FIOM UILM, per realizzare un confronto serrato con la proprietà. Le incertezze  per il futuro, derivanti dalle azioni legali in corso da parte di alcuni istituti bancari e non solo, non aiutano la predisposizione di  progetti industriali tali da fornire  risposte ai bisogni dei lavoratori direttamente coinvolti  e agli interessi generali di un territorio prostrato dalla crisi".

Per queste ragioni CGIL CISL UIL  e FIM FIOM UILM hanno convenuto di  rilanciare l’iniziativa e la lotta su questi temi,  promuovendo per la fine di giugno una iniziativa pubblica che sarà preceduta da incontri con i comuni interessati, con le associazioni degli imprenditori e le Istituzioni regionali, affinché si faccia chiarezza  rispetto alle reali possibilità di fornire risposte positive alle persone ed al territorio.

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