rotate-mobile
Economia

Crisi nera, artigiani sparano sui politici: non pensano alle imprese

La Cna, dopo aver fatto un sondaggio sui propri iscritti, ha spiegato che il peggio non è ancora passato. Attacco alla politica di casa nostra e nazionale: non si occupano di ripresa

Il peggio non è ancora passato. L'analisi porta la firma delle imprese associate all'associazione di categoria Cna che ha sondato i proprio associati anche per capire l'umore (nero) di chi ogni giorno cerca di produrre cose reali e non speculazioni.  Nonostante ciò stanno cercando di mantenere inalterata, per quanto possibile, la struttura del personale per non perdere le competenze professionali acquisite nel corso degli anni dai dipendenti. 

La crisi incide pesantemente anche sul piano della formazione professionale per i titolari e i dipendenti delle imprese, che nella maggior parte dei casi viene limitata agli obblighi normativi, soprattutto in materia di accesso alla professione, tutela dell’ambiente e sicurezza nei luoghi di lavoro. 
 
Gli artigiani Cna bocciano la politica di casa nostra: scarsa è la fiducia nei confronti della politica, accusata di insufficiente interesse verso le imprese, le quali per uscire dalla crisi chiedono riforme e interventi urgenti soprattutto in materia di riduzione del carico fiscale sulle imprese e sui lavoratori, facilitazioni nell'accesso al credito, certezza nei tempi di pagamento.
 
Queste, in sintesi, le risultanze emerse dall’indagine su un campione di 500 imprese distribuite per territorio, settori produttivi e dimensioni, condotta dalla Cna Umbria nel mese di settembre 2012. Le imprese pessimiste restano la stragrande maggioranza, con il 52% di esse che ritiene si sia arrivati all’apice della crisi e un 42% che pensa che il peggio debba ancora venire, mentre quasi il 40% degli imprenditori considera probabile (15%) o altamente probabile (24%) la chiusura dell’azienda. Il 25% delle imprese ha fatto ricorso alla Cig, mentre oltre l’80% esclude di ricorrere al licenziamento. 
 
Previsioni di nuove assunzioni sono escluse dall’87,55% degli imprenditori, che solo nel 12,45% dei casi dichiarano di avere intenzione di incrementare la forza lavoro (7,55%) o di ritenerla probabile (4.90%). Le aree territoriali dove si prevedono incrementi occupazionali sono quelle di Perugia e Foligno, mentre i dati stranamente positivi di Orvieto e Gubbio andrebbero maggiormente indagati. I settori che tirano maggiormente sono quelli della meccanica (23%), l’impiantistica (15%), i trasporti (9%). Le professionalità maggiormente richieste sono quelle più specializzate, a conferma che chi possiede un mestiere ha maggiori probabilità di trovare un lavoro. I canali di assunzione sono spesso quelli della conoscenza diretta (73%), le agenzie interinali (10%) e i centri per l’impiego (7%). Laddove possibile nelle assunzioni le imprese privilegiano il contratto di apprendistato (35%), il tempo indeterminato (34%) e il contratto a termine (30%), mentre solo l’1% dichiara di ricorrere ai contratti a progetto.
 
La maggioranza degli addetti delle imprese risulta avere la licenza media inferiore (48%), seguita da chi è in possesso di un diploma di scuola superiore (45%), di una specializzazione settoriale (4%) e solo nel 3% dei casi è in possesso di laurea. In materia di aggiornamento professionale il 66% degli imprenditori ha garantito corsi di formazione ai propri dipendenti e a se stessi negli ultimi tre anni, nella stragrande maggioranza dei casi a pagamento. Ma il 74% di esse esclude di farlo per l’immediato futuro, limitandosi ai corsi obbligatori per poter svolgere la propria attività.
 
Urgenti le riforme richieste dagli imprenditori per invertire la tendenza e provare a rialzare la testa, soprattutto una riforma fiscale, facilità di accesso al credito, certezza dei tempi di pagamento e abbattimento del costo del lavoro. Riforme che la politica, accusata di riservare un’attenzione scarsa (21%) o del tutto insufficiente (58%) ai problemi delle imprese, a giudizio degli imprenditori non sembra in grado di varare.
Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Crisi nera, artigiani sparano sui politici: non pensano alle imprese

PerugiaToday è in caricamento