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Crisi, sempre più neri i numeri umbri: 13mila occupati in meno

Numeri in calo per l'economia regionale, sono più di 40mila i disoccupati che in Umbria passano dal 9,1% al 10,4%. Una situazione allarmante evidenziata anche dal grado di sfiducia che si registra tra lavoratori e imprenditori

Un tunnel senza uscita per l'economia regionale. I recenti dati dell'Istat hanno disegnato un quadro non certo felice per l'Umbria che sembra vivere una situazione economica d'allarme rosso. Sono oltre 160 vertenze aperte in regione con oltre 40mila disoccupati e a questo si aggiunge la CIG in deroga che copre sempre meno le esigenze drammatiche prodotte dalle crisi aziendali.

Per i sindacati i problemi sono profondi e non possono essere superati con questa strategia: "In questo quadro arriva una legge di stabilità che galleggia, che non affronta i nodi veri dello sviluppo: equità, crescita e soprattutto lavoro. - scrive il segretario regionale Cgil Mario Bravi - E il magro intervento sul cuneo fiscale, un osso attorno al quale c’è ben poco da rosicchiare, addirittura dà più all’impresa che non al mondo del lavoro. Saccomanni, improvvisamente, cerca ancora di convincerci della ripresa futura e possibile! Non ci siamo proprio, né sul terreno dell’equità e del lavoro, né su quello del debito pubblico, che ha sfondato quota 133%. Il Def propone ricette vecchie, punta sulla compressione dei diritti nel mondo del lavoro, sull’attacco alla contrattazione nel comparto pubblico e non solo".

Come conferma il recente rapporto dell’Istat infatti i numeri dell'Umbria sono in peggioramento: aumenta il tasso di disoccupazione dal 9,1 al 10,4; aumentano gli scoraggiati + 5,4%; gli occupati passano da 369.604 a 356.276 (-3,6%), con una perdita secca di 13.328 unità. E in questo quadro, ancora una volta, i lavoratori dipendenti sono i più colpiti. Infatti, mentre i lavoratori autonomi aumentano, i lavoratori dipendenti passano da 274.340 a 255.560 (-6,8%), con una flessione di 18.780 unità. Al contempo, i disoccupati passano da 37.152 a 41.361 (11,3%) con, 4.209 disoccupati in più.

Su questo terreno positivo il movimento sindacale unitario, a livello nazionale e umbro, i è detto deciso nel dare risposte di iniziativa e di mobilitazione, oltre a ribadire l'impegno nel costruire un Piano del Lavoro, che preveda politiche pubbliche, alternative al liberismo e alle logiche dell’austerità e che riesca a modernizzare il Paese, rilanciare la crescita puntando sull’innovazione e sull’industria e dando una risposta di buona occupazione alle tante persone che nel lavoro possono e devono trovare sicuramente reddito, ma anche dignità per una fase nuova dell’Italia e dell’Umbria.

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