Commercianti in piazza: "Dimezzare i parlamentari invece che nuove tasse"

"Se lasciate morire le imprese, muore l'Umbria": con questo slogan (riprodotto in uno lungo striscione in Corso Vannucci, e in manifestini esposti nelle vetrine di vari negozi) è sceso in piazza il popolo dei commercianti, degli operatori turistici ma anche degli artigiani e della piccola impresa. La regia è stata quella di Confcommercio di Perugia, in concomitanza della manifestazione nazionale odierna di Rete Imprese Italia.
   
I 587 imprenditori del commercio, del turismo e dei servizi, provenienti da tutta l'Umbria - riunitisi alla camera di commercio - hanno denunciato i problemi delle imprese e chiesto "di rimettere in moto crescita e sviluppo" passando anche attraverso una decisa riduzione del fisco con il prossimo Governo. "La tassa di soggiorno e la nuova Tares rischiano di far chiudere molti di noi" gridono dal corteo "E se chiudiamo noi addio tasse per il welfare e la sanità regionale e soprattutto addio a migliaia di posti di lavoro che danno da mangiare alle famiglie umbre. In prima fila c'è anche Giorgio Mencaroni:"oggi diciamo basta perchè stanno muorendo troppe imprese. La politica deve dare delle risposte concrete per rilanciare l'economia in questo periodo di forte crisi che in Umbria si sente più che altrove". 

Sono indignati, arrabbiati e mortificati i commercianti: "Ci stanno laciando in mutande con l'alta tassazione di questi ultimi anni togliendo così anche potere di acquisto alle famiglie" "Tagliare i costi della politica e i parlamentari: così si recuperano risorse...altro che Tares e Imu sui luoghi di lavoro". "Ma cosa dobbiamo fare per farci ascoltare come corteo....dare fuoco alle auto come fanno i facinorosi?". Tanta rabbia anche perchè nel 2012 ogni giorno sono state chiuse in Umbria 10