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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Coronavirus, da Cucinelli una 'Lettera di gratitudine' ai suoi dipendenti: "Vi sono riconoscente"

Citando Confucio, Marco Aurelio e San Benedetto l'imprenditore umanista pubblica sui social un messaggio indirizzato ai suoi "stimati amici" lavoratori: "Grazie a voi create le più belle collezioni della nostra storia"

Nelle difficoltà di un 2020 che passerà alla storia come l'anno dell'emergenza coronavirus la Brunello Cucinelli ha contenuto i danni provocati dall'epidemia preservando la struttura aziendale, limitando al 10% il calo dei ricavi (544 milioni) con prospettive di crescita tra il 15% e il 20% per l'anno prossimo. Risultati per i quali l'imprenditore umbro ha voluto ringraziare i suoi dipendenti e collaboratori attraverso una lettera condivisa sui propri profili social. 'Lettera di gratitudine ai nostri lavoratori' è il titolod ella missiva, accompagnata dall'immagine dell'incisione 'Coloro Olivi', realizzata nel 1596 da Philips Galle su disegno di Jan van der Straet detto Stradanus.

Coronavirus, vaccini: Cucinelli offre il 'Parco della Bellezza'

Ecco il testo:

Miei stimati amici, 

il mio cuore partecipa del vostro coraggio e della pazienza che avete dimostrato con i fatti in questo periodo di dolore e di incertezza, quelli stessi che sono stati anche i miei. Se oggi nella nostra impresa regna positività economica e umanistica, se possiamo immaginare di arricchire l'Italia con la benevola accettazione dei nostri manufatti, se tutto questo può avvenire con genialità e artigianalità speciali, questo si deve certamente a voi.

Come potrei dunque ringraziare la vostra generosa anima, per la responsabilità, la dedizione, la creatività, la comprensione, la vicinanza di percepire il dolore come maestro? È per me motivo di letizia sapere che tutto questo da di voi, ai miei occhi, dei benemeriti del lavoro, ognuno nel suo ruolo. Vi sono poi particolarmente a me cari, gli anziani del lavoro, primi fra i custodi della bellezza e dell'arte che migliorano la vita. Sono loro a ricordare ai più giovani alcune delle regole d'oro universali, come quelle già enunciate da Confucio nel VI secolo avanti Cristo: “anche se una cosa è semplice fatela con cura”, e: “il lavoro va in proporzione all'età e alle forze delle persone”.

Per questo mi affascinano i riti, che ci riportano alla regola naturale salvandoci dall'incertezza; essi sono la fonte viva dell'azione umana. Anche l'artigianato si nutre di riti, e in essi trova le ragioni della sua creatività rinnovata. L'artigianato ha una storia che va di pari passo con quella della civiltà, e unisce armoniosamente le forze dell'uomo e quelle della natura. Per secoli è stato il frutto fecondo della nostra nazione, e per secoli poneva la genialità nella regola e nella disciplina.

Gli artigiani mi appaiono come dei veri e propri poeti, sanno mettere insieme organicamente la capacità tecnica, l'abilità artistica, il buon gusto, la finezza e la destrezza in prodotti originali. A voi sento di dovere se in questo periodo forse abbiamo creato le più belle collezioni della nostra storia, confermando che il genio sprigiona la creatività proprio quando si è nei momenti difficili. Durante questo intenso periodo abbiamo lavorato con lo stesso coraggio dei tempi sereni; per questo siamo stati in grado di rimanere uniti.

Tutti questi meriti dimostrano il vostro amore per il lavoro. Voi sapete che l'utile economico è una grande molla che spinge a lavorare, ma sappiamo anche, nel nostro cuore, che non è la sola; attraverso il lavoro esplichiamo noi stessi come parte di quel meraviglioso Creato che siamo chiamati a custodire con ogni nostra azione singola e collettiva; per questo, con la nostra operosità condotta nel rispetto del pianeta, dimostriamo ogni giorno il nostro amore per il territorio. È vero, e ve ne sono riconoscente, che la vostra azione è stata ed è per me testimone e sprone per non perdere la speranza e per non soggiacere alla paura.

Molte volte, nei nostri colloqui, abbiamo avuto gli occhi lucidi, consapevoli di essere naviganti fiduciosi, soldati chiamati nel momento doloroso; penso alla storia, a quel grande mio maestro filosofo Marco Aurelio. Prima di una battaglia decisiva si rivolse ai suoi soldati con queste commoventi parole: “miei stimati uomini, domani Roma ha bisogno di noi, che Dio ci protegga”. Vedo in voi, persone speciali perché sapete che non sempre sviluppo economico e progresso coincidono.

Vi è, quindi a mio parere, un modo giusto per vivere la vita, ed è quello etico, perché l'etica permette di vedere l'universale nel particolare di ogni giorno, e fa di noi uomini universali. Se salite al Bosco della Spiritualità in Solomeo troverete, al suo ingresso, una frase di San Benedetto: onora tutti gli uomini. 

Rendo ora a voi, con cuore sincero, questo nobile onore. Grazie

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