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Economia

Turismo in Umbria, è la stagione peggiore di sempre. Federalberghi: "Volontà eroica degli imprenditori di resistere"

Il presidente Fittuccia preoccupato dopo l’ultima rilevazione mensile tra le imprese associate: tasso di occupazione medio del 25% in quasi la metà delle strutture, pochissimi turisti stranieri e solo pernottamenti brevi e 'last minute'

"Non va tutto bene, per niente. In Umbria ci sono migliaia di lavoratori in cassa integrazione, ci sono migliaia di camere vuote. L’imprenditore deve essere ottimista per natura, ma in questo momento è davvero difficile: con una occupazione media delle strutture alberghiere intorno al 30% è davvero difficile continuare a resistere”. Un grido di allarme quello di Simone Fittuccia, presidente di Federalberghi Umbria, che commenta i dati dell’ultima rilevazione mensile tra le imprese associate, che scatta una fotografia impietosa del settore nel mese di giugno.

“L’unica cosa positiva, in una stagione turistica così drammatica, è la volontà eroica degli imprenditori di questo settore di resistere, nonostante tutto. Segnali di ripresa ci sono, ma sono davvero troppo timidi per dire che va tutto bene". A fronte di un 14% di imprese che non ha mai chiuso i battenti, c’è un altro 14% che non ha ancora riaperto, e la metà di queste imprese non riaprirà prima del 2021. Quasi la metà (44,3%) delle imprese del campione Federalberghi (circa 100 sul totale delle 500 attività alberghiere attive in Umbria) denuncia un tasso di occupazione medio nel mese di giugno sotto il 25%; un ulteriore 10,1% tra il 26 e il 40%. 

“Sono dati molto negativi - aggiunge il presidente di Federalberghi Umbria - che non hanno bisogno di essere commentati. Questi dati cozzano con le affermazioni ottimistiche che capita di leggere. Oggi tutti si sentono autorizzati a parlare di turismo e a fornire dati che spesso non hanno alcun fondamento. Noi il mercato lo conosciamo e lo monitoriamo costantemente, in attesa di poter disporre dei dati ufficiali della Regione. Tutto il resto è da prendere con le molle!”. 

Su due elementi tutte le imprese del campione di Federalberghi sono concordi: la quasi totale assenza dei turisti stranieri e la totale scomparsa del turismo organizzato. Ci si affida invece, in grandissima parte, alla prenotazione last minute, che certamente non aiuta le imprese a programmare la gestione della propria attività.  Altro dato preoccupante quello relativo alla permanenza media, che per oltre il 70% del campione è di una o al massimo due notti. Sta crescendo, intanto, il numero degli alberghi che dichiarano di voler accettare i buoni vacanza attivati dal governo: al momento in Umbria sono il 51,9%.

È sulle previsioni per l’immediato futuro che si gioca la partita dei primi, piccoli, segnali di ripresa. Quasi il 60% del campione prevede di arrivare al 40% di occupazione media della propria struttura nei mesi di luglio e agosto. Ancora troppo poco per ridare fiato alle imprese più colpite dall’emergenza economica dovuta al Covid-19. Ecco perché, oltre alla pressione che Federalberghi e Confcommercio stanno facendo su temi centrali per le imprese - come quelli della nuova programmazione dei Fondi strutturali 2021/2027, lotta all’abusivismo, tassazione e misure di sostegno, locazioni e ammortizzatori sociali - si intensifica anche l’attività della organizzazione sul fronte della promozione e della commercializzazione dell’Umbria turistica. 

È così in programma la prossima settimana l’incontro, che coinvolgerà anche l’Enit e l’assessore regionale Paola Agabiti, sulla proposta presentata da Federalberghi Umbria alla Sottosegretaria di Stato del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo Lorenza Bonaccorsi per concordare azioni molto mirate di promozione turistica verso il mercato italiano e quello europeo che saranno finalizzate, a partire dal prossimo autunno e in particolare per il 2021, a valorizzare le eccellenze della regione dal punto di vista dell’ambiente, della cultura, dell’enogastronomia.
Altro fronte, quello della commercializzazione dell’offerta turistica regionale.

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