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Economia

Umbria in zona arancione, Confcommercio: "Ristori rapidi e semplici per chi dovrà chiudere"

Cardinali, presidente umbro della Federazione Pubblici Esercizi: "Servono poi ulteriori settimane di Cassa Integrazione, liquidità a lungo termine e interventi su credito e locazioni"

Subito i ristori agli esercizi che saranno costretti a chiudere per l'emergenza coronavirus. Questo il messaggio di Roberto Cardinali, presidente di Fipe Umbria Confcommercio: "Per ora l’unica cosa certa sono le chiusure - spiega -. Il passaggio dell’Umbria in 'zona arancione' rende perciò ancora più urgente la questione dei ristori, che devono arrivare alle imprese dei pubblici esercizi, bar e ristoranti, in tempi rapidissimi e secondo modalità semplificate”.

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LE RICHIESTE - I ristori non sono però l'unica misura necessaria secondo Cardinali: “Intervenendo in audizione davanti alle Commissioni riunite Finanza e Bilancio del Senato - aggiunge - Fipe ha chiesto diversi correttivi al decreto Ristori: di alzare il coefficiente di moltiplicazione per il calcolo dei contributi destinati alle imprese della ristorazione e di intrattenimento, a cominciare da quelle che operano nelle zone rosse e arancioni come l’Umbria, ulteriori settimane di Cassa Integrazione e liquidità a lungo termine. Ci sono poi due aspetti essenziali sui quali intervenire il più presto possibile: il credito, per il quale serve subito un patto con il sistema bancario per la liquidità delle imprese, e le locazioni, visto che gli imprenditori di questo settore hanno ormai difficoltà a sostenere i costi degli affitti che sono balzati dal 10% al 30% come incidenza del fatturato”.

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UNO 'TSUNAMI' - Secondo le stime di Fipe, negli ultimi nove mesi sui pubblici esercizi italiani si è abbattuto un vero e proprio tsunami: mentre in epoca pre-Covid il mondo della ristorazione e dell’intrattenimento contava 330mila imprese, 1,3 milioni di addetti e 90 miliardi di euro di fatturato, il 2020 è destinato a chiudersi con una perdita del 27%, pari a 26 miliardi di euro senza contare le restrizioni imposte dal nuovo Dpcm.

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