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Coronavirus ed emergenza liquidità, il grido delle imprese: "Servono nuove linee di credito"

Una emergenza nell’emergenza: le imprese del commercio, turismo, servizi, trasporti, professioni dell'Umbria hanno bisogno di immediate "iniezioni" di liquidità per continuare a "sopravvivere"

Il coronavirus, ma non solo. Una emergenza nell’emergenza: le imprese del commercio, turismo, servizi, trasporti, professioni dell'Umbria hanno bisogno di immediate "iniezioni" di liquidità per continuare a "sopravvivere".

"Il fattore tempo – hanno detto i rappresentanti di tutte le categorie economiche di Confcommercio Umbria partecipando assieme al presidente Giorgio Mencaroni al Tavolo di crisi attivato dalla Regione – è in questo momento decisivo: per molte piccole attività può fare la differenza tra la vita e la morte. Apprezziamo il lavoro della Regione, che velocemente ha messo in campo risorse e attivato sinergie per dare risposte in una situazione difficilissima. La nostra collaborazione è ai massimi livelli, attraverso il monitoraggio costante dei bisogni delle imprese e la predisposizione di una serie di proposte concrete, già consegnate agli assessori regionali Fioroni e Agabiti. Per le nostre imprese, in particolare, è ora fondamentale attivare nuove linee di credito per incrementare la liquidità disponibile e finanziare il capitale circolante, in modo che le aziende possano fronteggiare una fase di mercato stagnante di cui non si riesce a prevedere la fine. Un intervento da attuare tramite il Fondo Centrale di Garanzia e le Agenzie regionali, così da portare al 100% la garanzia sui finanziamenti concessi dal sistema bancario". 

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Una misura, secondo Confcommercio, "che deve andare di pari passo con quelle che il governo dovrà definire con Abi per ottenere la sospensione, almeno per 12 mesi, del pagamento delle rate dei mutui e l’allungamento della durata dei piani di ammortamento". 

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Confcommercio ha chiesto alla Regione "anche di farsi portavoce presso il governo di tutta una serie di richieste per sostenere le imprese: cassa integrazione in deroga, taglio del costo del lavoro, sospensione di pagamenti delle utenze, proroga al 1° gennaio 2021 di ogni nuovo adempimento fiscale e tributario, abbattimento dell’Iva per il settore turismo, indennità per i lavoratori autonomi e i professionisti, agevolazioni per le locazioni commerciali. Tutte misure finalizzate ad aiutare le imprese a superare questo momento così difficile".

E Confcommercio lancia di nuovo l'allarme. E la richiesta di cassa integrazione in deroga: "L’Umbria rischia di trovarsi in una nuova grave crisi occupazionale. Le sue imprese, spesso piccole e piccolissime, devono esser emesse nelle condizioni di mantenere i posti di lavoro e garantire gli stipendi ai dipendenti. La richiesta di Cassa integrazione in deroga è motivata proprio da questo problema. La situazione di grave crisi impone interventi urgenti e mirati nei confronti dei lavoratori, specialmente nei settori più colpiti del turismo e commercio. E’ quindi necessario, per i lavoratori in forza residenti in tutto il territorio dello Stato, per i quali non trovino applicazione le tutele previste dalle vigenti disposizioni in materia di sospensione o riduzione di orario, attivare trattamenti di cassa integrazione salariale in deroga per almeno 12 mesi e comunque fino alla fine dell’emergenza".

E ancora: "Il mantenimento in azienda del personale dipendente a condizioni sostenibili per le imprese - ha sottolineato Confcommercio - è necessario soprattutto nei comparti a forte intensità di capitale umano come turismo e commercio, poiché rappresenta più che in altri settori il vero valore aggiunto delle aziende. Un’eventuale drammatica fuoriuscita dalle imprese di tanti lavoratori genererebbe un ulteriore effetto negativo di rimbalzo sull’economia domestica in termini di calo dei consumi. In un circolo vizioso, dagli effetti davvero traumatici per l’intera economia regionale".

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