Coronavirus ed economia, l'analisi dell'assessore regionale Michele Fioroni: "Ripensare modelli produttivi"
Si è riunito oggi il tavolo di crisi regionale sugli impatti economici dell'emergenza Coronavirus
Si è riunito il tavolo di crisi regionale sugli impatti economici dell'emergenza Coronavirus per discutere di diversi argomenti economici e lavorativi, a partire dalla cassa integrazione con l'accordo tra le organizzazioni datoriali e le sigle sindacali, alla necessità di un piano sul credito per fronteggiare l'emergenza liquidità e rilanciare gli investimenti nel momento in cui si uscirà dall'emergenza.
"Tutti attendiamo di vedere i contenuti del decreto di aprile che, almeno negli annunci, dovrebbe contenere misure ben più impattanti per l'economia di quelle contenute nel decreto Cura Italia - dice l'assessore regionale Michele Fioroni - A incominciare dall'auspicata deroga al codice degli appalti per rilanciare opere e cantieri pubblici, a un grande piano per il credito e la liquidità. Ci auguriamo che anche l'Europa sappia fare di meglio, andando oltre i soli strumenti di garanzia".
Secondo Fioroni "l'Italia risulta essere un soggetto più fragile di altri paesi se consideriamo che, secondo uno studi d Goldman Sachs il possibile crollo di PIL per l'Italia dovrebbe essere dell'11.6% rispetto al al 9.7 della spagna, all'8.9 della Germania (su cui pesa la crisi dell'automotive) e il 7.4 della Francia, con una media dell'Eurozona del 4% - prosegue l'assessore regionale - L'economia Umbra risulta ancor più esposta a questa crisi, se pensiamo ad un sistema manifatturiero fortemente dipendente da economie esterne, sia in fatto di input intermedi, come beni e servizi provenienti da fuori regione che risentono della criticità mondiali sulle catene di approvigionamento, sia perchè il sistema umbro si caratterizza per essere un sistema di sub fornitura, legato quindi alla produzione di beni intermedi il cui prodotto finale viene realizzato in altre regioni e paesi".
Per l'assessore "l'aviazione civile è oggi il secondo settore colpito dalla crisi e questo avrà pesanti ripercussioni sugli ordinativi di aeroveivoli e quindi sulle catene di fornitura, come ad esempio, sarà prevedibile una crisi più pesante per il consumo di beni durevoli in modo particolare nella vendita di autoveicoli, un'altro dei settori in cui, la nostra regione, ha un importante tessuto di subfornitura - prosegue Fioroni nella sua analisi - Per non parlare poi del commercio, una regione più fragile di altre nel produrre ricchezza e valore aggiunto tramite il manifatturiero, è anche una regione con minore capacità di spesa per il consumo. Le serrate di negozi e ristoranti rischiano di fare quindi più male qui che in altre regioni. L'imperativo sarà anche quello di attivare un sistema di tenuta sociale, dove non si generino sacche di povertà in maniera maggiore rispetto al trend delle altre regione, ed è per questo che per noi, il tema degli autonomi, ma anche delle partite iva, può diventare più rilevante".
L'emergenza che la Regione deve affrontare "è sicuramente di difficile gestione, anche per la mancanza di modelli di riferimento precedenti - conclude Fioroni - ma ancora più complessa sarà la gestione della ripartenza con l'auspicio che non siano troppe le macerie lasciate alle spalle, ma anche con la consapevolezza che i sistemi territoriali saranno costretti a ripensarsi per dar vita a nuovi modelli di competitività".