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Coronavirus, il grido d'allarme degli autotrasportatori: "Fatturati in calo vertiginoso, anche il nostro settore in grossa difficoltà"

Fulvi (Fai Umbria): "Si parte per portare verso nord prodotti alimentari e si torna senza un altro carico da consegnare"

"L emergenza sanitaria da Covid 19 sta mettendo in difficoltà il settore dell'autotrasporto. Nonostante il grande sforzo che le nostre imprese stanno compiendo per continuare a lavorare anche in piena emergenza, nelle autostrade ormai si vedono solo motrici: i tir consegnano la merce e poi tornano vuoti, non riescono più a controbilanciare il viaggio di andata con quello di ritorno. Il settore dei trasporti, che fino ad alcune settimane fa in qualche modo resisteva, sta pericolosamente frenando". E' quanto sostiene Vittore Fulvi della sezione Umbria della Fai, Federazione autotrasportatori italiani. 

Il calo medio - stima la Fai - dei fatturati oltre del 60%, con punte del 90%, e di interi settori fermi. “Con la chiusura dei cantieri e delle attività produttive, anche l’operatività delle imprese di autotrasporto si è drasticamente ridotta, e la percentuale di perdita stimata due settimane fa dal Cerved nel 30%  è praticamente raddoppiata nel giro di soli 14 giorni. 

Secondo le rilevazioni di Confcommercio, sottolinea ancora Fulvi, con la chiusura di molti stabilimenti produttivi del nord Italia, si è anche invertita la direzione dei traffici: si va dalle regioni meridionali a quelle settentrionali per trasportare generi alimentari, ma poi le motrici dei tir tornano vuote a destinazione, con una conseguente perdita per le aziende di autotrasporto.

"A tutto questo si aggiungono le lettere recapitate ai fornitori da diversi committenti che preannunciano lo slittamento dei pagamenti anche di 12 mesi, e il fatto che la proroga della validità delle patenti e revisioni scadute vale solo in Italia, con il rischio per chi effettua trasporti internazionali, anche all’interno della sola Ue, di vedersi appioppare multe salatissime, se non addirittura il fermo del mezzo". 

"La difficoltà a viaggiare per e dall’estero ha generato una sorta di autarchia obbligata - sottolinea il rappresentante dell'associazione che conta 150 aziende - ormai si transita prevalentemente entro i confini di ogni singola nazione, anche all’interno della sola Ue. Se andiamo avanti così, con misure che ormai stanno bloccando le attività del Paese, corriamo fortemente il rischio di forme autogestite di protesta che potrebbero arrivare a un fermo generale dell’autotrasporto anche per i settori indispensabili”

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