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Economia

Coronavirus e crisi, i sindacati 'avvertono' la Regione: "La priorità è fermare i licenziamenti"

Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria: "Serve una task force permanente per gestire vertenze e criticità del 2021"

Pandemia da coronavirus e crisi. All'Umbria serve "una task force regionale, composta da tutte le forze sociali e dalle istituzioni, per evitare i licenziamenti". E' questa la proposta messa sul tavolo da Cgil, Cisl e Uil. Come spiegano i tre segretari generali, Vincenzo Sgalla, Angelo Manzotti e Claudio Bendini, "quello che chiediamo alla Regione, a partire dall’assessore Fioroni, è di creare subito una struttura permanente, un luogo di discussione e confronto preventivo, che si attivi automaticamente ogni qualvolta ci siano criticità e posti di lavoro a rischio". Con un avvertimento, però: "Valuteremo l’operato della giunta regionale nei prossimi mesi, consapevoli del fatto che il divario crescente con le regioni più dinamiche del Paese, che in questi anni si è andato allargando, va assolutamente ristretto".

Una task force, hanno spiegato Sgalla, Manzotti e Bendini, "sia per arginare le tante vertenze che hanno caratterizzato il 2020, sia per prepararci all’impatto dello sblocco dei licenziamenti che avverrà presumibilmente a fine marzo, attraverso un uso della solidarietà difensiva, della formazione e della riqualificazione professionale, con l’obiettivo di non perdere nemmeno un altro posto di lavoro". 

Ma il 2021 dovrà essere, per Cgil Cisl e Uil, anche l’anno "del cambio di passo sul versante degli investimenti e del rilancio economico". A cominciare dai fondi europei: "Le risorse senza precedenti in arrivo dall’Europa che saranno disponibili per la nostra regione richiedono una vera concertazione, che non è quella sbandierata dalla giunta nella conferenza stampa di fine anno - hanno rimarcato i tre segretari - al contrario ci vuole un reale coinvolgimento di tutte le parti sociali, insieme ai soggetti pubblici (Gepafin e Sviluppumbria) per costruire un progetto comune che parta dal rilancio dell’occupazione, in particolare di giovani e donne, dal sostegno alle piccole e medie imprese, che costituiscono la spina dorsale dell’economia regionale, dagli investimenti in sostenibilità, digitalizzazione e riconversione ambientale e dal potenziamento del sistema di sociosanitario".

E a proposito di sanità, Cgil, Cisi e Uil hanno rivendicato "la piena attuazione dell’accordo sottoscritto nel novembre 2020 con la giunta regionale, che prevedeva investimenti per la sicurezza, ridefinizione dei fabbisogni alla luce delle novità normative e assunzioni di personale a tempo indeterminato". Per i tre sindacati "la mancata attuazione di questi impegni sta continuando ad impoverire il nostro sistema sanitario, visto che professionisti formati e impiegati in questi mesi in Umbria continuano a lasciare la nostra regione perché vengono assunti con contratti stabili da altre regioni limitrofe".   

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