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Cesaretti confermato alla presidenza. Vice presidente Antonio Alunni: il bollettino economico

Ernesto Cesaretti (Scai) sarà il presidente di Confindustria Umbria per il prossimo biennio affiancato alla vice presidenza da Antonio Alunni (Fucine Umbre). Lo ha deciso l’assemblea delle imprese associate a Confindustria Umbria che si è riunita mercoledì 16 dicembre al teatro Lyrick di Assisi

Ernesto Cesaretti (Scai) sarà il presidente di Confindustria Umbria per il prossimo biennio affiancato alla vice presidenza da Antonio Alunni (Fucine Umbre). Lo ha deciso l’assemblea delle imprese associate a Confindustria Umbria che si è riunita mercoledì 16 dicembre al teatro Lyrick di Assisi.

I risultati del voto sono stati annunciati in apertura della parte pubblica dell’assemblea che è proseguita con la relazione del presidente e con la tavola rotonda “Le imprese per la ripresa” cui hanno partecipato: Antonio Alunni, imprenditore e Presidente di Umbria Aerospace Cluster, Stefano Franchi, direttore generale di Federmeccanica, Catiuscia Marini, presidente della Regione Umbria, Luca Paolazzi, direttore del Centro Studi Confindustria e Luca Tacconi, imprenditore e presidente della Sezione di Perugia di Confindustria Umbria. Nella sua relazione il presidente Cesaretti ha presentato i tre progetti con cui Confindustria Umbria intende aiutare le imprese a essere più moderne, globali e competitive: il primo, “Stare nel futuro”, vuole creare un ecosistema della creatività, il secondo, “Il mondo a portata di mano”, intende rafforzare la nostra dimensione globale e il terzo, “La Fabbrica dei valori”, desidera focalizzare la cultura d’impresa sulla sostenibilità. Gli interventi degli ospiti sono stati coordinati dal giornalista Giuliano Giubilei, vice direttore del Tg3.

Lo scenario generale italiano è stato illustrato da Luca Paolazzi, direttore del Centro Studi Confindustria. “L’Italia è ripartita – ha detto Paolazzi – però l’economia stenta ad accelerare, anche se la fiducia dei consumatori è ai massimi storici. Tuttavia l’economia fatica, cercheremo di capire come recuperare prima possibile quanto è stato perso durante gli anni di crisi in termini di imprese e posti di lavoro. Abbiamo stimato che tra il 2015 e 2017 recupereremo circa 600mila posti di lavoro. Nonostante ciò il nostro pil rimarrà di 6-7 punti più basso rispetto a quello del 2008. Abbiamo quindi molta strada da fare. Bisognerebbe cambiare molte cose nel nostro paese, molti aspetti della nostra economia, per arrivare a quei traguardi di crescita”.

Lo stato dell’innovazione nell’industria italiana è stato tracciato da Stefano Franchi direttore generale di Federmeccanica. “Io vivo ogni giorno il mondo della metalmeccanica – ha sostenuto Franchi –  che rappresenta l’8% del pil e metà delle esportazioni del nostro paese, l’innovazione è un tema centrale. Se l’Italia oggi non è affondata questo è dovuto anche a chi ha saputo rinnovarsi e innovarsi. Se la meccanica è tornata ai livelli di export pre crisi è perché abbiamo mantenuto l’efficienza e la qualità che ha sempre contraddistinto questo settore. L’industria sta innovando se stessa nonostante i tanti limiti, tra cui una pressione fiscale altissima arrivata al 64% che limita la possibilità di investire in innovazione. Manca nel nostro paese una politica industriale affinché le spinte innovatrici delle imprese trovino collocazione in una visione generale e strutturata”.

L’”Umbria aerospaziale” è stata descritta da Antonio Alunni, neo eletto vice presidente di Confindustria Umbria e presidente di Umbria Aerospace Cluster. “L’aerospazio in Umbria ha una lunga tradizione che comincia negli anni Trenta – ha sottolineato Alunni – una storia di successo che è proseguita nei decenni successivi. Oggi il cluster Umbria Aerospace conta 28 aziende con 1900 dipendenti diretti, 220 ingegneri, 34 brevetti, 184 persone dedicate alla innovazione e alla ricerca. Noi siamo cresciuti ogni anno nei fatturati, nei risultati, negli investimenti e nell’occupazione. Siamo cresciuti nonostante le avversità che ci circondano”.

“In Umbria abbiamo una situazione macchia di leopardo – ha aggiunto Luca Tacconi – Terni ha una tradizione legata alla grande industria, mentre la provincia di Perugia ha una specializzazione in più settori: tessile, agroalimentare, meccanica di qualità e altre realtà nel settore dei servizi. Per recuperare competitività dobbiamo colmare dei deficit, a partire da quello infrastrutturale che da troppo tempo penalizza la nostra regione. Confindustria chiede con forza una riduzione dell’impatto fiscale. Non deve mancare nemmeno una riflessione sul credito per far arrivare risorse in maniera più coraggiosa. Noi ci mettiamo in gioco ogni giorno ma ognuno deve fare la propria parte”.

“L’essere una regione di piccole dimensioni non ci preclude affatto di fare tutto e bene  – ha concluso Catiuscia Marini –  E la relazione del presidente Cesaretti ci dice proprio questo, e rappresenta un elemento di fiducia, non di ottimismo velleitario, bensì di saggia concretezza. Abbiamo bisogno di continuare a svolgere politiche industriali capaci di rafforzare anche in Umbria la ripresa economica e soprattutto far sì che quel gruppo di imprese che in questi anni è stato capace di crescere si allarghi il più possibile e la crescita investa l’intero sistema produttivo e industriale regionale.

Come regione ci sentiamo impegnati a mettere sempre di più a disposizione dell’impresa una adeguata strumentazione, anche finanziaria, puntando sulle risorse della programmazione comunitaria 2014-2020, e sulle risorse nazionali e quelle aggiuntive del bilancio regionale che devono poter accompagnare le imprese a investire prima di tutto in innovazione, ricerca e internazionalizzazione. Fattori questi che si sono rivelati vincenti per le imprese che hanno scelto questa strada. Penso inoltre che dovremmo poter effettuare il massimo degli investimenti nei primi anni della programmazione, in quanto essi sono più efficaci ed incisivi. Ed in questo senso i segnali sono positivi se si considera che in regione abbiamo già 400 progetti presentati sui vari assi della programmazione per oltre 140 milioni di investimenti”.

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