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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

L'Umbria che ce la fa, le imprese che battono la crisi: "Oltre 11,5 miliardi di fatturato e 36mila dipendenti"

L'indagine sulle imprese associate a Confindustria. Il presidente Alunni: “L’industria sia il driver della crescita dell’Umbria”

Dati positivi per le aziende dell'Umbria. L’indagine sull’industria manifatturiera in Umbria tra il 2015 e il 2017 di Confindustria è rassicurante. Spiega il presidente Antonio Alunni: “Con un aumento del 7 per cento del fatturato e del 6,5 per cento dell’occupazione le imprese industriali dell’Umbria, associate a Confindustria, dimostrano di saper vincere la sfida dei mercati e di credere nel futuro con progetti a medio e lungo termine, come testimonia l’aumento significativo degli occupati”.

La ricerca, spiega l'associazione degli imprenditori, è stata elaborata "sulla base dei dati di bilancio di 700 società di capitale associate a Confindustria Umbria", escludendo quelle che "per la loro multi localizzazione non hanno un bilancio disaggregato per il territorio umbro". Quindi, i numeri: "Tra i 2015 e il 2017 il fatturato è passato da 10,7 miliardi a oltre 11,5 miliardi. I dipendenti nel 2015 erano 33.780 nel 2017 sono arrivati a 35.992. Rispetto alle 700 complessive, un focus particolare è stato dedicato alla manifattura. Si tratta di 425 aziende associate che rappresentano ben il 91 per cento del Pil regionale del settore manifatturiero e assorbono il 74 per cento degli occupati".

”Se è vero che alcuni dati macroeconomici della regione non sono positivi – ha sottolineato Alunni -  focalizzandoci sul perimetro che noi rappresentiamo abbiamo registrato una dinamica positiva: le nostre aziende dimostrano capacità competitiva, stanno crescendo e stanno acquistando quote di mercato. In questi tre anni abbiamo assistito a una crescita delle dimensioni del fatturato ma, soprattutto, a un aumento del numero dei dipendenti. Questo dato rappresentata il primo indice della fiducia che gli imprenditori hanno nel futuro: si assume perché c’è la volontà di portare a termine piani di medio e lungo termine, si crede, quindi, in una crescita”.

L’elemento di criticità evidenziato dallo studio "è rappresentato dalla sostanziale stabilità del valore aggiunto passato da 2,5 miliardi del 2015 a 2,7 miliardi nel 2017". Quindi, in altre parole: “Dobbiamo lavorare, anche come Associazione – ha aggiunto Alunni - affinché il nostro sistema industriale si collochi su fasce di valore sempre più elevate”.

E di nuovo il presidente Alunni: “L’analisi che abbiamo realizzato – ha sostenuto - conferma che, per la crescita dell’economia, fattore decisivo è lo sviluppo dimensionale delle imprese. Aziende più grandi determinano un livello internazionalizzazione e innovazione di prodotto più elevato e, conseguentemente, una maggiore competitività dell’intero tessuto produttivo del territorio. Soprattutto – ha concluso Alunni - le indicazioni che ci arrivano dimostrano come l’industria possa essere il principale driver di sviluppo dell’Umbria a condizione che il tema industriale diventi una priorità per l’intera comunità regionale”.

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