rotate-mobile
Economia

Più ladri che clienti, un commerciante su due è stato derubato negli ultimi due anni

Confcommercio Umbria presenta i risultati di un'indagine tra le imprese e un 'pacchetto' di iniziative in materia di sicurezza. Lo studio ha portato alla luce una sempre maggiore mancanza di percezione di sicurezza da parte delle imprese umbre

Un'azienda su due è stata derubata: spaccate ma anche tantissimi piccoli furti di oggetti frutto più della crisi delle famiglie che di una delinquenza consolidata e professionale E' questo quanto emerge dallo studio presentato oggi, 9 ottobre, da Confcommercio Umbria: un'indagine condotta tra le imprese del commercio, turismo e servizi, dal cui esito è scaturito quello che è stato chiamato 'pacchetto sicurezza'. Su 150 imprese interpellate quasi il 50% è stata assaltata negli ultimi due anni.

"La crisi dei consumi ci ha riportato indietro di 16 anni - ha sottolineato il presidente dell'associazione umbra Aldo Amoni - abbiamo un livello di tassazione tra i più alti al mondo e un sistema del credito che ha deciso di smettere di svolgere il suo ruolo di banca del territorio. A tutto questo si aggiunge per le imprese il peso di una crescente insicurezza, dato da una microcriminalità che sta usando le imprese del commercio, del turismo e dei servizi come un bancomat". 

Molte le proposte della Confcommercio, che hanno evidenziato come il problema della sicurezza di un quartiere passi prima ancora che per azioni repressive, principalmente attraverso interventi di riqualificazione urbana e di animazione del territorio che fungono da deterrenti per il permanere dei fenomeni criminosi. Su questi fronti, come specificato nell'indagine, Confcommercio ha realizzato tantissime iniziative, puntando molto su centri commerciali naturali, marketing urbano, eventi, percorsi tematici, partecipazione attiva nella redazione dei Quadri Strategici di Valorizzazione, incoming turistico; tutte iniziative che aiutano non solo le nostre attività a fare cassa, ma anche i quartieri e le città a risollevarsi dal torpore di cui sono vittime con conseguente degrado sociale e fiorire di criminalità".  

Inoltre, una parte della relazione di Confcommercio riguarda delle specifiche richieste fatte alle istituzioni nazionali e regionali,  come l'utilizzo del Puc3 come strumento reale di riqualificazione urbana, un finanziamento e l’elaborazione da parte dei Comuni dei Patti Integrati di Sicurezza Urbana, un tavolo permanente di coordinamento delle Forze dell’Ordine sotto l'egida della Regione

L’indagine Confcommercio comunque ha soffermato il suo studio sulla percezione di sicurezza affermando l’ormai progressivo e apparentemente inarrestabile accrescersi del senso di insicurezza tra gli imprenditori, che va anche al di là dei dati oggettivi. Infatti secondo il 92% delle 150 imprese del terziario di mercato umbro intervistate, l’onda lunga della recessione non sta solo rendendo incerto e periglioso il cammino di tante imprese, ma ha accentuato il disagio sociale e incrementato il senso di insicurezza che tra crisi e aumento della criminalità vedono un rapporto diretto, a livello nazionale la percezione invece è dell’82%, segno che in Umbria lo stato di difficoltà socio-economico è ancora più percepito.

"È chiaro, secondo le imprese contattate per la nostra indagine, il legame tra crisi e criminalità: la crisi – ha detto ancora Amoni - ha reso più acuto il disagio sociale, da cui la microcriminalità trae alimento. L’indagine che abbiamo svolto ci consegna, insomma, una situazione allarmante. Le nostre imprese vivono mediamente con la paura di subire un evento criminoso: furti, rapine e spaccate sono tra le principali cause. Ma anche scippi, spaccio e furti nelle case contribuiscono a rendere invivibili i nostri quartieri, con gravi conseguenze sociali che toccano direttamente le nostre imprese: le famiglie se ne vanno, subentrano altri 'utenti'".  

Il nesso diretto tra crisi e fenomeni criminali si concretizza, per il 72% degli intervistati che lo hanno ravvisato nell’aumento di piccoli furti compiuti da persone in evidente stato di difficoltà, per il 59% nella presenza di delinquenza comune che non sembra riconducibile a gruppi organizzati, mentre il 37% parla di aumento dello spaccio di droga, il 24% di aumento nella presenza di persone senza fissa dimora, l’8% di aumento dell’accattonaggio, e un significativo 10% di presenza di criminalità organizzata. Con percentuali inferiori ci sono quelli che hanno paura nel fare il percorso casa-lavoro (5%) e chi ha ricevuto minacce, anche dagli stessi clienti (3%).

Questa percezione del resto è anche frutto del fatto che tra le 150 imprese oggetto dell’indagine, ben il 49% ha subito furti negli ultimi due o tre anni, il 29% ha avuto problemi legati alla prossimità delle attività illegali di spaccio di sostanze stupefacenti , il 2% ha subito una  rapina, il 7% rispettivamente ha subito truffe e  spaccate o danneggiamenti notturni. Aumentano le aggressioni personali con minacce e percosse (3% degli intervistati). La sfiducia poi si acuisce anche a causa della mancanza di mezzi di contrasto da parte delle forze dell'ordine, questa convinzione determina nel 42% una minor fiducia rispetto al passato sulla efficacia di azioni di presidio del territorio e di repressione.

Intorno a questa specifica consapevolezza, ha concluso, il Presidente Amoni: "invitiamo tutte le forze politiche, economiche, sociali dell’Umbria a stringere un Patto per il territorio, che abbia tra i suoi punti qualificanti anche la valorizzazione della presenza dei negozi di vicinato e di quartiere, come 'sentinelle' attive, la cui scomparsa rende le nostre città e i nostri paesi più poveri di servizi e certamente meno sicuri".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Più ladri che clienti, un commerciante su due è stato derubato negli ultimi due anni

PerugiaToday è in caricamento