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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia Assisi

Colussi, apertura sui 125 esuberi: "Rilanciamo la fabbrica di Petrignano, ecco tutti gli investimenti"

Lo spiraglio c’è e la trattativa per salvare dal licenziamento 125 dipendenti va avanti. La pietra angolare è la volontà del Gruppo Colussi “di implementare il piano industriale relativo al sito di Petrignano”

Lo spiraglio c’è e la trattativa per salvare dal licenziamento 125 dipendenti va avanti. La pietra angolare è la volontà del Gruppo Colussi “di implementare il piano industriale relativo al sito di Petrignano”. L’azienda, nel corso del tavolo con i sindacati a Confindustria, “ha ribadito la massima disponibilità a portare avanti un confronto serrato e positivo con le organizzazioni sindacali dando disponibilità a lavorare su un diverso modello organizzativo e di flessibilità, con l’obiettivo di contenere per quanto possibile il numero degli esuberi previsti ad oggi”. E dalla Colussi non hanno dubbi. Parliamo, dicono, “di un nuovo modello che, unitamente agli importanti investimenti previsti, consentirà un pieno e concreto rilancio del sito di Petrignano assicurando sviluppo e crescita sull’ambito industriale ma anche sulle attività dell’indotto che sempre più possono essere coinvolte in una crescita organica del territorio e delle sue peculiarità”.

Fino a qui tutto bene, come ne L’Odio. Ma con i 125 licenziamenti come la mettiamo? Risponde ancora l’azienda: “La situazione occupazionale che si presenta a Petrignano non è infatti legata a difficoltà aziendali o di business ma conseguenza di una produzione sempre più coerente con la continua attività di Ricerca e Sviluppo ed innovazione tecnologica che il Gruppo Colussi sta portando avanti da tempo”.
Più nello specifico: “Il piano industriale ripercorso con le organizzazioni sindacali  - spiega Colussi - ha mostrato come non si può certo parlare di disimpegno sul territorio umbro, in considerazione degli importanti investimenti pianificati nel triennio 2017-2019, con una cifra che complessivamente potrebbero superare gli 80 milioni di euro”.

E ancora: “Una parte rilevante degli investimenti è destinata ai progetti di promozione commerciale per allargare la base dei consumatori e un’altra è destinata alle attività di Ricerca e Sviluppo - previsti in crescita di oltre il 50% - che hanno già dimostrato di avere un impatto concreto anche sul territorio. I progetti di filiera hanno permesso di superare i 1.000 ettari coltivati a grano in Umbria impiegati nella produzione del Gruppo mentre sono in progetto ulteriori analisi tecnologiche finalizzate ad introdurre la coltivazione sul territorio della chinoa per l’impiego nei prodotti da forno. Complessivamente sono oltre 15 i milioni d’investimenti che andranno a toccare direttamente il sito produttivo nel prossimo triennio aggiungendosi a quelli che nel passato avevano permesso un’importante azione in termini di innovazione di prodotto che ha consentito il lancio di oltre 40 nuovi prodotti”. Insomma, lo spiraglio c’è. Adesso non resta che allargarlo.

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