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La rabbia degli agricoltori dell'Umbria: "Devastati dai cinghiali, sparategli"

Alcune centinaia di agricoltori della Coldiretti Umbria sono scesi in piazza a Perugia, davanti alla sede della Giunta regionale

“Lavoriamo per i cinghiali”. E la rabbia cresce sempre di più. Alcune centinaia di agricoltori della Coldiretti Umbria sono scesi in piazza a Perugia, davanti alla sede della Giunta regionale, per manifestare contro gli attacchi della fauna selvatica, a cominciare dai cinghiali, che distruggono le coltivazioni e mettono a rischio la sicurezza del territorio, rappresentando sempre più un pericolo per tutta la collettività.

Tra gli slogan dei manifestanti provenienti da tutta l’Umbria, si leggeva: “stop all’assedio delle campagne umbre”, “produciamo per i cittadini, non per gli animali selvatici”, “i cinghiali uccidono l’agricoltura” “meno burocrazia, meno danni”. "Agricoltori - spiega Coldiretti - che hanno lamentato criticità che si protraggono da troppo tempo, ma che sono decisi a restare sul proprio territorio e garantire lo sviluppo agricolo, arrestando lo spopolamento e continuando a produrre cibi di eccellenza che fanno dell’agricoltura un volano dell’economia regionale".

Ed è emergenza vera. Anzi, invasione: "L’invasione degli ungulati - sottolinea Coldiretti - provoca in Umbria milioni di euro di danni all’anno, senza contare quelli indiretti e non denunciati. Dal 2005 - ricorda Coldiretti - il numero dei cinghiali presenti in Italia è praticamente raddoppiato, passando da 600.000 esemplari a oltre un milione nel 2015, anno in cui i danni alle produzioni hanno raggiunto complessivamente i 100 milioni di euro. In Umbria il numero di cinghiali negli ultimi 10 anni - stima Coldiretti - è passato da circa 25/30.000 a 75/80.000".

Gli agricoltori della Coldiretti hanno chiesto perciò, anche attraverso un apposito Documento, di contenere una volta per tutte, la presenza degli animali selvatici nelle aree in cui si svolgono le attività di coltivazione e di allevamento, ribadendo la propria disponibilità nel coadiuvare le attività di abbattimento. Inoltre è ormai inderogabile estendere al periodo primaverile-estivo, come già succede in altre regioni, la caccia al cinghiale in selezione. Si tratta, tra l’altro, di una problematica di tutta la collettività, come dimostrano anche i numerosi incidenti stradali a discapito della sicurezza dei cittadini.

"È fondamentale che le Istituzioni dimostrino - ha affermato Albano Agabiti Presidente Coldiretti Umbria - di comprendere davvero la gravità della situazione con la volontà di utilizzare tutti i possibili strumenti di intervento, superando ogni complicazione di ordine burocratico. L’agricoltura e la zootecnia non possono continuare a subire danni; l’obiettivo dell’attività agricola infatti, è quello di fare impresa producendo per i cittadini e non per gli animali selvatici. L’indennizzo dei danni - ha precisato Agabiti - non è una misura risolutiva; occorre gestire il fenomeno per controllarlo e mettere in sicurezza il lavoro delle imprese che, diversamente, sono destinate a chiudere. Quella di oggi è l’inizio di una mobilitazione - ha aggiunto - che si concluderà alla risoluzione definitiva del problema. Occorre uno sforzo concreto e una volontà reale per invertire questa situazione da parte di tutti gli attori coinvolti, a cominciare dagli Ambiti Territoriali di Caccia, che debbono mettere in campo azioni di intervento tempestive ed efficaci, con procedure uniformi sul territorio, anche per quanto riguarda le richieste di indennizz"o.

La Presidente della Regione dell’Umbria Catiuscia Marini e l’Assessore regionale all’agricoltura Fernanda Cecchini, hanno ricevuto direttamente dalle mani del Presidente della Coldiretti Umbria Albano Agabiti il Documento della mobilitazione, assicurando il massimo impegno dell’Esecutivo regionale, anche nel responsabilizzare tutti i soggetti interessati dalla problematica, a cominciare da quelli venatori. Ci adopereremo immediatamente anche attraverso l’adozione di provvedimenti emergenziali - ha ribadito la Presidente Marini.

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