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Martedì, 23 Aprile 2024
Economia

Codice della crisi d’impresa: nell’incontro dei commercialisti di Perugia una ‘spinta’ a un nuovo modo di fare

Analizzato il nuovo assetto normativo che impone maggiore programmazione e organizzazione. L’incontro promosso dall’Odcec ha proposto una interessante discussione con relatori di alto livello

Sottolineare le opportunità che il nuovo Codice della crisi d’impresa offre per superare le difficoltà economiche e finanziarie che l’impresa può incontrare nel corso della sua vita. Con questo obiettivo l’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili della provincia di Perugia ha proposto l’incontro ‘Il Codice della crisi d’impresa: una ‘spinta’ a un nuovo modo di fare’, ospitato nella sede di Confindustria Umbria nel capoluogo umbro.
 

Ad aprire i lavori dell’evento, che per gli iscritti della categoria ha avuto anche valore formativo, è stato Enrico Guarducci, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Perugia, insieme a Simone Cascioli, direttore generale di Confindustria Umbria. “Abbiamo voluto fortemente proporre questo evento insieme all’Associazione degli industriali – ha commentato Guarducci – perché riteniamo che il Codice della crisi d’impresa suggerisca a imprenditori e professionisti un diverso approccio alla gestione della crisi prima che si traduca in insolvenza; questo per effetto di un cambiamento culturale e sociale sul concetto d’impresa da intendere quale patrimonio di conoscenze, di risorse umane e di valori da salvaguardare nell’interesse collettivo della società. Per superare le difficoltà economiche finanziarie, che possono rendere possibile l’insolvenza, è necessario intercettarle con anticipo con approccio forward looking e affrontarle con strumenti che sono stati previsti per cercare di superarle recuperando così la continuità”.


“Questa iniziativa – ha sottolineato il presidente di Confindustria Umbria Vincenzo Briziarelli – si inserisce nel percorso di collaborazione avviato con l’Ordine dei commercialisti di Perugia per offrire nuove prospettive di sviluppo alle imprese e al territorio, attraverso la condivisione di competenze e professionalità. Riteniamo il confronto un aspetto indispensabile per supportare le istituzioni nell’affrontare sfide difficili e in continua evoluzione, che necessitano di una rete sinergica e solida.  Il Codice della crisi d’impresa è un tema molto complesso e delinea un quadro di strumenti articolato. Per le imprese e i professionisti a vario titolo coinvolti non è affatto facile muoversi tra queste misure, è quindi fondamentale poterle approfondire con il supporto degli esperti”.


A discutere della tematica quanto mai attuale e strategica, tanto per i commercialisti quanto per gli imprenditori, relatori qualificati come l’avvocato Giuseppe Ferri, professore ordinario di Diritto commerciale all’Università di Roma, Giovanni Sansone, già presidente del Tribunale di Gorizia, e Andrea Panizza, dottore commercialista e revisore legale, docente nelle università di Bergamo e del Piemonte Orientale.  


Il giudice Sansone, parlando del Codice della crisi d’impresa, ha sottolineato “il messaggio dato al ceto imprenditoriale e bancario per un cambiamento di passo”. “L’imprenditore – ha spiegato Sansone – non può più fare affidamento sul proprio intuito imprenditoriale, ma deve anche utilizzare delle tecniche di organizzazione e rinforzare le attività di programmazione. Il messaggio è quello di una gestione attenta dei rischi e, in presenza di un rischio, di non avere esitazioni a rivolgersi a professionisti esperti piuttosto che stare con le mani in mano in attesa che le cose possano cambiare da sole. Da sole le cose non cambiano, cambiano se noi lo vogliamo”. “Le opportunità che derivano dall’entrata in vigore di questo importante provvedimento normativo – ha aggiunto Panizza – non possono che essere quelle di obbligare, tra virgolette, l’imprenditore ad avere dei comportamenti concludenti in termini di sana gestione. Quello che fino a oggi è stato lasciato all’approccio volontario dei singoli deve da ora rappresentare un dovere vero e proprio a una sorta di buona gestione, perché un adeguato assetto organizzativo, amministrativo e bancario vuol dire darsi regole da rispettare, che abbiano come obiettivo anche quello di anticipare la crisi. È solamente con una produzione informativa preventiva che si riesce ragionevolmente a raggiungere questo importante obiettivo”.

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