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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia Città di Castello

Città di Castello, Industria Umbra trasferisce la produzione a Fossato di Vico: scatta lo sciopero

Sciopero e presidio davanti ai cancelli. I sindacati: "Da gennaio circa 40 lavoratrici e lavoratori si ritroveranno nelle condizioni di dover scegliere tra un trasferimento quasi impossibile o la perdita del posto di lavoro"

Sciopero e presidio davanti ai cancelli della Industria Umbra (ex Fisadorelli). L'azienda, spiega una nota dei sindacati, ha deciso di chiudere la sede aziendale a Città di Castello e di spostare la produzione a Fossato di Vico. "Da gennaio - aggiungono i sindacati -  circa 40 lavoratrici e lavoratori si ritroveranno nelle condizioni di dover scegliere tra un trasferimento quasi impossibile o la perdita del posto di lavoro".

Così sindacati e lavoratori hanno deciso di scoperare: "Ci hanno messo sulla strada, letteralmente, chiedendoci di sobbarcarci quasi 200 km al giorno per continuare a lavorare. Ma chiunque può capire che per le nostre famiglie questo è assolutamente insostenibile". Uno sciopero di 16 ore, iniziato lunedì, "che ha visto un’adesione totale dei dipendenti", aggiundono Slc Cgil e Fistel Cisl.

La protesta, prosegue la nota, "è stata inoltre resa visibile con un presidio davanti ai cancelli, al quale oggi è intervenuto anche il neoeletto sindaco di Città di Castello, Luca Secondi, che ha portato la propria solidarietà e quella della sottosegretaria allo Sviluppo Economico, Anna Ascani, raggiunta telefonicamente". 

"Va sottolineato che questa azienda non è assolutamente in crisi, anzi - hanno spiegato i delegati e i rappresentanti sindacali nel corso della protesta - tanto è vero che fino a sabato si stavano facendo gli straordinari. Ma di fronte alla totale indisponibilità della proprietà ad ascoltare le esigenze di un territorio e dei propri dipendenti, abbiamo deciso di fermarci e di mettere in atto una protesta, in maniera forte e compatta”. 

Quello che lavoratori e sindacati chiedono, concludono Cgil e Cisl, "è molto semplice: aprire un confronto per arrivare a soluzioni diverse dalla chiusura della storica sede tifernate. Soluzioni che non siano traumatiche per le maestranze e che conservino anche quel grande patrimonio di professionalità che negli anni si è costituito a Città di Castello, da sempre punto di riferimento per l’industria cartotecnica umbra". 

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