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Emergenza cinghiali, la Regione Umbria cambia tutto: gli agricoltori potranno sparare, ecco le regole

L'assessore Morroni vara un pacchetto di misure urgenti per arginare la piaga cinghiali

Un freno all'emergenza cinghiali che devastano le coltivazioni. La Regione Umbria cambia tutto. Per dirla con le parole dell'assessore alle Politiche agricole e alla caccia Roberto Morroni "si volta pagina per porre fine al problema dei cinghiali, lasciato finora senza controllo". Palazzo Donini ha varato un pacchetto di misure urgenti. "E - sottolinea l'assessore - si sta già lavorando a nuove linee guida di intervento per la fauna selvatica, con l’impegno di definirle entro aprile". 

Ecco alcune novità: "Viene innanzitutto ridotto da 48 a 4 ore il termine oltre il quale, dopo aver avvisato l’Atc, i proprietari o conduttori dei fondi agricoli possono intervenire direttamente, ovviamente se in possesso di licenza di caccia, limitando così i danni alle produzioni agricole. Nelle ore notturne, inoltre – ha aggiunto l’assessore – sarà necessaria la presenza di una sola guardia venatoria". E ancora: "Altra misura che favorirà l’efficacia gli interventi di contenimento – ha proseguito – richiederà una modifica al Regolamento relativo al prelievo venatorio della specie cinghiale. Se ora ci si deve rivolgere ‘prioritariamente’ alle squadre di caccia iscritte nel territorio, daremo la possibilità agli Atc di organizzare i prelievi anche con i cacciatori formati e autorizzati". In più Morroni ha inviato una lettera "ai tre Atc, chiedendo di intensificare l’attività di controllo e contenimento, in maniera mirata nelle zone maggiormente interessate". Ad aprile, poi, arriverà un "documento per la gestione organica della specie cinghiale".

I numeri dell'assedio -  L’assessore ha fornito alcuni dati “eloquenti” della situazione: “Nella stagione venatoria 2018/2019, nell’Ambito territoriale di caccia Perugia 1 sono stati abbattuti 6657 degli 11.315 cinghiali previsti dal Piano di abbattimento annuale; nell’Atc Perugia 2 sono stati abbattuti circa 4797 capi sugli oltre 6200 previsti e non va meglio nell’Atc 3 Ternano-Orvietano, con poco più di 5mila capi abbattuti su 7650. Altro dato rilevante – ha aggiunto – è quello dei danni all’agricoltura rimborsati dagli Atc: nel 2018 quasi 224mila euro per l’Atc 1, oltre 163mila euro nell’Atc 2 e poco meno di 160mila euro nell’Atc 3”.  

   “Sulle misure da attuare – ha detto – ci siamo confrontati con i rappresentanti degli Atc, delle associazioni venatorie, agricole e ambientaliste con l’obiettivo di rendere coerente, nel rispetto delle regole e in armonia con le legittime esigenze del mondo agricolo e con la salvaguardia dell’incolumità pubblica, una pratica venatoria che coinvolge circa 10mila cacciatori”. Nella prima riunione della Consulta faunistico-venatoria regionale, il 5 febbraio scorso, è stato anticipato “che nel calendario venatorio per la stagione 2020-2021 in fase di definizione – ha detto l’assessore Morroni – si prevede di posticipare l’avvio del periodo di apertura della caccia al cinghiale, spostandolo dal 1 ottobre al 1 novembre, con la conclusione al 31 gennaio. Una proposta che renderà il calendario umbro omogeneo a quello delle Regioni confinanti, contribuendo a un miglior controllo della densità della popolazione dei cinghiali”. 

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