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Agricoltori umbri in rivolta contro il Governo: "Ci stanno uccidendo"

Per dar voce alla protesta il presidente della Cia dell’Umbria, Domenico Brugnoni, ha convocato a Perugia nella mattinata di mercoledì 10 dicembre presso il Centro Congressi della Camera di Commercio una riunione straordinaria della Direzione regionale dell’Organizzazione

Mobilitazione degli agricoltori umbri contro alcuni provvedimenti del Governo e del Parlamento fortemente penalizzanti per il settore. Per la Confederazione italiana agricoltori dell’Umbria, che si è fatta interprete del grande malcontento che serpeggia nelle nostre campagne, talune scelte che stanno per essere compiute a livello nazionale, sono semplicemente insostenibili per le imprese agricole, già alle prese con difficoltà di ogni genere acuite dal mancato riconoscimento del valore della produzione primaria nella filiera agroalimentare: da anni il prezzo dei prodotti scende il valore del grano, ad oggi è di soli 17 centesimi al Kg mentre una pizza costa  5 euro.

La protesta, che è andata via via sviluppandosi nel corso delle ultime settimane, riguarda innanzitutto l'ulteriore disposizione a danno del mondo agricolo, contenuta in un decreto del ministero dell’Economia di prossima pubblicazione, che introduce l’IMU sui terreni agricoli nei territori dei Comuni montani ubicati sotto i 600 metri di altitudine. In base al nuovo provvedimento, i comuni infatti verranno distinti in tre fasce, misurando la loro altitudine in base all'ubicazione della sede municipale e non più attraverso una media generale riferita a tutto il territorio comunale, senza dunque tenere conto dell’estensione territoriale e dell’eventuale presenza di zone montane marginali e svantaggiate.

Secondo questa previsione 85 Comuni umbri su 92 sarebbero assoggettabili ad IMU e l’esenzione risulterebbe valida solo per coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali che operano nei comuni fra i 281 e i 600 metri sul livello del mare, agevolazione fortemente iniqua in quanto obbligherebbe piccoli coltivatori e pensionati a farsi carico di costi insostenibili.Inoltre nella legge di Stabilità in discussione in Senato,  la Confederazione italiana agricoltori contesta sia il taglio di un ulteriore 8 per cento del contingente agevolato di gasolio agricolo (che si va ad aggiungere a quello, già effettuato, del 15 per cento per una riduzione totale pari al 23 per cento), sia la diminuzione di 75 milioni delle risorse destinate ai Patronati che, se confermata, provocherebbe la scomparsa di servizi di assistenza essenziali specie nelle più interne zone rurali.

Per dar voce alla protesta il presidente della Cia dell’Umbria, Domenico Brugnoni, ha convocato a Perugia nella mattinata di mercoledì 10 dicembre presso il Centro Congressi della Camera di Commercio una riunione straordinaria della Direzione regionale dell’Organizzazione in concomitanza con un importante convegno sulla Riforma della Politica Agricola Comunitaria 2014-2020. Sarà discusso, nell’occasione, uno specifico Ordine del Giorno per proclamare ufficialmente la mobilitazione generale della categoria e per chiedere ai Parlamentari eletti in Umbria, ai Consiglieri regionali, all’Anci Umbria ed ai Comuni interessati dai provvedimenti contestati, di adoperarsi nei confronti di Governo, Parlamento e forze politiche per scongiurare la loro pratica attuazione.

Secondo la Cia dell’Umbria, infatti, se tali scelte venissero confermate si darebbe un colpo mortale a tantissime imprese agricole già duramente provate dagli effetti della crisi economica in atto, dalle pesanti conseguenze di calamità naturali e di un’annata agraria particolarmente sfavorevole per quasi tutte le produzioni, olio in primis, e da tante altre difficoltà (emergenza Blue Tongue, ingenti danni da selvatici quali cinghiali, lupi, nutrie, caprioli etc.). Secondo la Cia dell’Umbria la mobilitazione deve interessare tutta la società regionale - non solo il mondo agricolo – nella consapevolezza del ruolo fondamentale svolto dal settore primario non solo per assicurare alimenti sani e genuini, ma anche per la salvaguardia dell’ambiente e del territorio, il mantenimento di un paesaggio unico e la fornitura di tanti altri “servizi di pubblica utilità” essenziali per la società.

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