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Olmo, chiude ICR: lavoratori dichiarano stato di agitazione

Prosegue lo spopolamento industriale in Umbria, dopo le vicende della Merloni e delal Faber di Fossato di Vico, con la chiusura della Industrie Chimiche Reggiane

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PerugiaToday

Dopo l’incontro in Confindustria a Perugia del 30 Gennaio, i 23 lavoratori dello stabilimento delle Industrie Chimiche Reggiane (ICR) di Olmo, martedì si sono riuniti in assemblea insieme alla segreteria provinciale della Filctem Cgil di Perugia, per discutere l’improvvisa e drastica posizione della società chimica di Reggio Emilia.

Oltre al merito della posizione dichiarata dal mangement dell’azienda, ovvero la chiusura dello stabilimento per ristrutturazione del gruppo, i lavoratori ritengono incomprensibile l’atteggiamento della ICR, che prima di iniziare qualsiasi confronto con il sindacato e la Rsu, abbia proceduto alla revoca dell’affitto dello stabilimento di proprietà della famiglia Generosi. Un atto grave, che unilateralmente decreta, prima di ogni confronto con le parti sociali, la chiusura dello stabilimento e con esso la cancellazione dei 23 posti di lavoro perugini.

Ricordiamo che ICR – S.p.a. ha acquisito il sito produttivo nel 2001, allora di proprietà della famiglia Generosi, con il marchio BRENEN S.a.s, costituito nel 1966. Il sito ha fatto ricerca e innovazione da sempre ed ha prodotto ininterrottamente vernici per l’Industria, per la Plastica e per la Vetroresina.

La Filctem Cgil ritiene incomprensibile il piano industriale presentato in Confindustria, perché nella sua fase riorganizzativa prevede, con l’acquisizione di un nuovo sito a Lodi con 30 lavoratori addetti, il trasferimento, in detto sito, di alcune produzioni di Reggio Emilia, ristrutturando alcune posizioni di lavoro, ma cancellando al tempo stesso il sito produttivo di Perugia, dove non si sono mai registrate difficoltà produttive e dove si sono sempre onorate le produzioni per far fronte agli ordinativi con pochi investimenti infrastrutturali dedicati.

Un sito efficiente e perfettamente funzionante, che non ha responsabilità nelle annunciate valutazione di indebitamento del Gruppo, casomai bisognerebbe riflettere sulle scelte strategiche che ICR ha effettuato negli ultimi 10 anni. La segreteria della Filctem Cgil di Perugia, insieme ai lavoratori, chiama tutti, Confindustria, Provincia di Perugia, Comune e Regione, ad un atto di consapevolezza, perché la crisi, che è evidente a tutti, non diventi uno strumento da utilizzare, impropriamente, per ridisegnare confini industriali, fondati nella speculazione, che tendono a mettere in difficoltà il territorio perugino, ma più complessivamente la regione Umbria.

I lavoratori della ICR chiedono il mantenimento del sito produttivo, anche attraverso una fase di ristrutturazione, con le attività del Laboratorio di ricerca e innovazione ed una sede di logistica utile ad alimentare la domanda del mercato del Centro-Sud d’Italia, così da poter garantire una parte delle posizioni di lavoro oggi presenti.

Nel frattempo i lavoratori, insieme alla segreteria provinciale della Filctem Cgil proclamano lo Stato di agitazione di tutto il personale dello stabilimento di Olmo, con il blocco di tutte le attività fuori dal normale orario di lavoro, in attesa dell’incontro fissato per il 9 febbraio 2012, in Confindustria, che possa dare risposte diverse da quelle della chiusura del sito produttivo.

 

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