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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Cgil, 'No' secco a privatizzazione di Umbria Mobilità

Per il sindacato Cgil Umbria è impensabile una privatizzazione forzata di Umbria Tpl e Mobilità Spa. Fondamentale salvaguardare per la Cgil il perimetro pubblico, il fattore lavoro e l'integrità dell'azienda e dei servizi svolti

La privatizzazione di Umbria Mobilità non convince i sindacati, dopo Ugl anche Cgil Umbria si schiera fortemente in favore di una soluzione diversa dalla vendita dell'azienda. Per discutere di questo tema si è riunito nella Camera del Lavoro di Foligno, un direttorio delle varie segreterie della regione, Cgil Regionale dell'Umbria (Bravi), Cgil Provinciale di Perugia (Sgalla e Mazzoli), Cgil Provinciale di Terni (Romanelli), FILT Regionale dell'Umbria (Tardioli, Taborro e Bizzarri) e la RSU Filt-Cgil di UTM, con all'ordine del giorno la situazione dell'azienda regionale di trasporto pubblico locale.

Per il sindacato sarà importante riprendere il progetto di mobilità regionale che era alla base dell'unificazione delle varie aziende, un progetto strategico per l'economia regionale che mai è stato avviato come da programma, escludendo le responsabilità che per il sindacato vanno comunque ricercate e analizato superata l'emergenza, la Cgil ha voluto sottolineare come: "le sorti dell'azienda regionale di trasporto non possono dipendere esclusivamente dall'intervento di un partner industriale, privato o pubblico che sia. Inoltre, l'unificazione delle 4 aziende pubbliche di trasporto ha rappresentato, e rappresenta tuttora, nonostante tutto, anche un esempio di integrazione valido per tutti gli altri servizi a rete, caratterizzati da una gestione frammentata in una moltitudine di aziende locali".

Il sindacato non è molto convinto della soluzione individuata dagli advisors per risanare l'azienda, tale risanamento viene ritenuto puramente tecnico, Umbria Mobilità secondo Cgil necessita di un piano di gestione ma senza però dover accettare 'soluzioni preconfezionate', "La Cgil chiede che il progetto "azienda unica" venga rilanciato, come chiede che venga riaffermato, mediante un ulteriore impegno, il ruolo di "garante istituzionale del progetto" in capo alla Regione Umbria. La Cgil ritiene fondamentale salvaguardare: il perimetro pubblico, il fattore lavoro (in termini occupazionali, di produttività e di diritti acquisiti), l'integrità dell'azienda e dei servizi svolti. Tra l'altro, -conclundono dal sindacato - l'ipotesi di cessione di quote dell'azienda a ipotetici partners industriali va in contraddizione con quanto affermato dalla Cgil nell'ambito del "Piano del Lavoro", dove si ritiene tanto possibile, quanto opportuno, l'intervento della Cassa Depositi e Prestiti anche nelle aziende private, al fine di rilanciarne la competitività".

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