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I furbetti dei cenoni: abusivi in azione, la rivolta dei ristoratori, super controlli in arrivo

L’organizzazione sta incontrando le amministrazioni comunali per chiedere controlli più serrati sulla somministrazione non autorizzata

Cene e cenette di Natale, cene aziendai per gli auguri, cene durante le feste con tanto di sala da ballo e il capodanno gestito dagli amici degli amici. Tanta appuntamenti anche a poco prezzo dove però la gestione potrebbe non essere a capo di un ristoratore, di un bar e di altri autorizzati ma da abusivi e da circoli e associazioni che però possono solo ospitare i propri tesserati. Un fenomeno in continua crescita che sta mettendo in ginocchio chi fa impresa tra tasse e burocrazia e che proprio dalle cene aziendali vogliono ricavarne ossigeno importante. 

Fipe Umbria Confcommercio, l’associazione più rappresentativa degli imprenditori del settore, sta incontrando proprio in questi giorni le amministrazioni comunali, a partire dal Comune capoluogo umbro, per sensibilizzarle sul problema dell’abusivismo perpetrato sfrontatamente da associazioni e circoli privati.

“Associazioni e circoli, proponendo prezzi e offerte assolutamente non competitive, alimentano una forma di abusivismo estremamente pesante per le imprese”, commenta il presidente di Fipe Umbria Confcommercio Romano Cardinali “Grazie ad un monitoraggio costante di questi fenomeni, siamo riusciti a segnalare molti casi di abusivismo alle autorità competenti. I Comuni però devono alzare la guardia e vigilare di più: per consentire alle aziende in regola di continuare a stare sul mercato; per tutelare la salute e le tasche dei consumatori, che devono a loro volta sapere cosa scelgono e le conseguenze ultime di queste scelte, in termini di sicurezza alimentare, evasione fiscale, rischi per l’occupazione”. 

L’ABUSIVIMO IN CIFRE

Secondo le ultime stime di Fipe Confcommercio, le associazioni "ricreative" in Italia sono 211.137 (3,6 per mille abitanti). Tra queste figurano 153.439 che non sono riconosciute, a loro volta suddivise in attività culturali e artistiche (41.467 non riconosciute su un totale di 58.243), attività sportive (75.690 non riconosciute su un totale di 99.500), attività ricreative e di socializzazione (36.282 non riconosciute su un totale di 53.394).

La somministrazione non convenzionale riguarda in particolare, in difetto: circa 11.000 circoli sportivi tra palestre, spa, centri sportivi, piscine, la cui offerta si amplia con servizi di food beverage e intrattenimento di musica e ballo piuttosto strutturati, e che diventano punto di riferimento anche per l'organizzazione di feste private; circa 14.000 circoli culturali e ricreativi, in cui viene sempre più a diffondersi l'attività di somministrazione e intrattenimento e che spesso costituisce la loro unica attività.

Per quanto riguarda il volume d’affari dell’abusivismo sul fronte della somministrazione, Fipe ha calcolato che dei 5.206.568.000 euro fatturati da attività di ristorazione  "non riconosciute", 1.646.400.000 vengono generati dai bar e ristoranti presenti nei circoli culturali, 1.293.600.000 da quelli presenti nei circoli sportivi e ricreativi.

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