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Economia

Caro energia, l'allarme di Legacoop Produzione e Servizi Umbria: "Si rischia lo spegnimento degli impianti"

L'appello del presidente Ragnacci: "La Regione intervenga e si attivi subito anche per rivedere le gare pubbliche in atto"

“Le nostro imprese cooperative, in particolare quelle che utilizzano il metano nei processi di produzione, sono in grossa difficoltà". Il caro energia preoccupa famiglie e imprese anche in Umbria, dove a lanciare l'allarme è Legacoop Produzione e Servizi Umbria, che rappresenta l'associazione di 60 imprese cooperative con oltre 6.500 occupati e un fatturato di 350 milioni di euro.

"Insostenibili gli aumenti di luce dell'ultimo periodo e lo spegnimento degli impianti potrebbe essere una scelta obbligata - spiega il presidente Matteo Ragnacci -. Le cooperative perdono marginalità e stanno valutando di sospendere le produzioni in attesa di un calmieramento dei costi. Le nostre imprese hanno retto nel 2021 all'aumento di quelli relativi a elettricità (+76%), benzina/gasolio (+62%), gas naturale (+35%) e metano (+26%), ma se le tariffe rimarranno costanti anche nel 2022, a parità di consumi e in assenza di interventi istituzionali, la situazione si potrebbe aggravare non solo per le attività produttive ma anche per le famiglie”.

E ancora: "Le cooperative energivore, quelle che consumano grandi quantità di energia, sono quelle maggiormente a rischio - continua Ragnacci -, parliamo del settore del vetro, della ceramica, delle piscine, della logistica e trasporti, ma comunque tutte soffrono e noi raccogliamo la voce anche di quelle delle costruzioni (aumento delle materie prime anche del 30% ), della ristorazione collettiva, dei servizi integrati e FM, di ingegneria e progettazione. Un problema che colpisce a 360° tutte le nostre associate”.

Lo scenario che si prospetta è preoccupante: alcune imprese dovranno necessariamente scaricare i costi sugli utenti finali (per adesso il 76% delle imprese non ha previsto nessun aumento, ma anche chi l'ha previsto nel 96% dei casi non ha compensato appieno i costi reali), con una diminuzione della capacità d'acquisto delle famiglie a scapito della tenuta economica e sociale della nostra regione; le altre che non lo possono fare, perché titolari di servizi assegnati con gare d'appalto, dove i costi sono calcolati secondo previsioni ante rincaro, si troveranno in seria difficoltà.

In entrambi i casi, questa maggiorazione inciderà su aziende che hanno già investito in periodo di pandemia per i presidi sanitari anti covid e che in questo momento non si possono permettere di erogare dei servizi anti-economici. Un aumento che Alleanza delle Cooperative stima a livello nazionale di oltre 80 miliardi per tutta la nostra economia, questo è il conto (insostenibile) che dovranno sostenere famiglie e imprese nel 2022. Nella pandemia la cooperazione umbra nel complesso ha tenuto, dimostrando ancora una volta come l’impresa cooperativa è più flessibile e resiliente rispetto a quella capitalistica, però le riserve sono destinate ad esaurirsi se non si regolamenterà l'aumento di prezzi che sta mettendo in ginocchio tutta la filiera produttiva umbra.

“Oltre alle misure strutturali come il PNRR - evidenzia Ragnacci - la Regione Umbria deve attivare un tavolo dedicato alle difficoltà attuali, aperto all’ascolto del mondo imprenditoriale. Le istituzioni regionali devono impegnarsi in sostegni immediati alle imprese e per il lungo periodo devono incentivare ed accelerare la transizione ecologica puntando su un serio piano di investimenti che riguardi efficientamento e produzione energetica da fonti rinnovabili, con un piano di sviluppo concordato con le forze imprenditoriali. Se non si interviene subito ci troveremo a contare le macerie della nostra economia”.

Secondo il presidente di Legacoop Produzione e Servizi Umbria quindi "è indispensabile prevedere la possibilità di rateizzazione delle bollette ed interventi sulle esigenze di liquidità, così come adeguati meccanismi di accesso ai sistemi di garanzia finanziari. E inoltre, cosa molto importante, una completa rivisitazione delle gare pubbliche in atto a seguito dei rincari, per evitare che una problematica che si auspica di breve durata possa rivelarsi fatale per la sopravvivenza delle cooperative e dei soci che le compongono”.

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