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Economia

Bilancio, patto di stabilità centrato: ma sull'Imu è caos

Il Comune di Perugia supera agevolmente il patto di stabilità nonostante molti comuni italiani sono caduti. Ma sulla tassa peggiore (Imu) non c'è certezza a causa del Governo. Forse si paga in tre rate

Rispettato il patto di stabilità per il Comune di Perugia senza neanche tanti affanni nell'anno delle tre manovre finanziare quasi tutte a carico degli enti locali. I dati finali sono stati riferiti dall'assessore al bilancio Lorella Mercati in commissione bilancio.

Una soddisfazione anche perchè in caso contrario il Comune non avrebbe potuto, per legge, finanziare progetti, cantieri e la continuazione delle opere maggiori, ma soltanto la normale gestione con tanto di manutenzione. 

"Il Comune di Perugia - ha spiegato l'assessore -ha conseguito un saldo finanziario positivo pari ad € 7,731 milioni, a fronte dell’obiettivo di 6,767 milioni previsto dal Patto di stabilità. Viene quindi rispettato anche nel 2011 questo fondamentale vincolo di finanza pubblica, fatto ancora più importante perché sono sempre più numerosi i Comuni che non vi riescono, e per quelli che non lo rispettano lo scostamento tra obiettivi programmati ed obiettivi realizzati si è di fatto raddoppiato". 
 
Approvato anche il regolamento sull'Imu, ma non mancano difficoltà. “Esistono alcune incertezze su diverse peculiarità dell’imposta, ma soprattutto sull’importo del gettito da destinare allo Stato nonchè sul fondo sperimentale di riequilibrio. Ciò determina diverse problematiche nella redazione ed approvazione dei nostri bilanci con possibili scostamenti in itinere”.
 
Forse il pagamento dell'Imu sarà in tre rate, come previsto dal Governo. Nonostante questo appare necessario introdurre il regolamento in oggetto, all’interno del quale sono state mantenute, ove possibile, tutte le norme che riguardavano l’ici. Tra le principali: l’art. 2 sulla individuazione quale abitazione principale delle unità immobiliari possedute da anziani o disabili che spostano la residenza in istituti di ricovero; l’art. 3 sulla determinazione dei valori delle aree fabbricabili; l’art. 4 sulle aree fabbricabili condotte da coltivatori diretti (considerate non fabbricabili per la parte fino a 5000 metri quadri).

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