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Popolare di Spoleto, l'esposto umbro anti-Bankitalia e la super-offerta da Hong Kong rifiutata

La Procura di Spoleto ha aperto un fascicolo di indagine a seguito di un esposto presentato dagli ex soci della Popolare. Nel registro degli indagati dal Governatore Visco, ai commissari fino ai membri della vigilanza. Ecco cosa contestano gli ex soci

La Banca Popolare di Spoleto era uno degli ultimi baluardi del credito tutto made in Umbria a cui capo c'era il vulcanico spoletino Giovannino Antonino, uomo di destra che si era fatto da solo partendo dal porta a porta per vendere assicurazioni. Dal 2014 la Banca è di proprietà del Banco di Desio. Ma di fatto non era più umbra dopo il commissariamento imposto da Bankitalia per evitare, a loro dire, un fallimento "annunciato" e pericolosi (quanto ancora presunti) intrecci finanziari. Gli ex soci della Popolare di Spoleto non si sono mai arresi a quel commissariamento definito irregolare e si sono rivolti al Tar e al Consiglio di Stato.

In centinaio di questi hanno sottoscritto un esposto alla Procura della Repubblica di Spoleto che oggi sta alla base dell'inchiesta - "atto dovuto": dicono dalla Procura - che sta conquistando le pagine nazionali dato che coinvolge direttamente il Governatore di Bankitalia Ignazio Visco. Insieme a lui altri sette personaggi chiave del commissariamento della banca umbra: dai commissari fino ai membri del comitato di sorveglianza. 

IL "CUORE" DELL'ESPOSTO - Gli ex soci, legati ad Antonini, presentando l'esposto alla Procura hanno voluto rimarcare che a loro giudizio il Commissariamento non consentì di avvallare una offerta per l'acquisto della Banca considerata molto vantaggiosa. In quei giorni era arrivata la proposta della Nit Holding, finanziaria con sede ad Hong Kong, che prometteva di mettere sul piatto della bilancia 100 milioni di euro per acquisire la Scs (cooperativa controllante la Popolare di Spoleto) e altri 140 milioni per salvare la banca. 

I 100milioni sarebbero serviti per comprare le quote lasciate libere da Monte dei Paschi. Ma l'operazione, secondo gli ex soci, non venne considerata da Bankitalia che invece prese in considerazioni solo due altre proposte: quella del Banco Desio e l'altra di una coordata locale formata da imprenditori. Alla fine la spuntò la prima. Gli ex soci hanno ribadito che l'offerta di Nit Holding era nettamente superiore a tutte le altre. 

UN'OFFERTA DEFINITA NON SOLIDA - Perchè allora i commissari non permisero di partecipare all'asta per la vendita anche la Nit Holding? I commissari, dopo aver studiato le carte, si convinsero che era priva di pre-requisiti per parteciparvi. Insomma per loro non era solida e presentava delle anomalie. La Nit Holding, comunque, prima della Popolare di Spoleto era intenzionata ad investire sull'altra banca in forte crisi: il colosso Monte dei Paschi di Siena, ex socio proprio dell'istituto di credito umbro. Ma anche in quel caso l'operazione non andò in porto.
 

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