
Banca Etruria e Banca Marche, due potenziali soluzioni per risarcire i piccoli risparmiatori
C'è un precedente che fa ben sperare: quello degli obbligazionisti “Convertendo” di Banca BPM. Adiconsum già si sta muovendo sulla Banca d'Italia. L'onorevole Galgano invece ha presentato un emendamento per agevolazioni fiscali
Continua a tenere banco la drammatica situazione dei piccoli investitori di Banca dell'Etruria e Banca delle Marche rimasti completamente al verde dopo il decreto Salva-Banche del Governo Renzi. Francesco Ferroni, presidente regionale Adiconsum, ha spiegato che i consumatori stanno lavorando su Banca d’Italia e Consob per ottenere un incontro urgente finalizzato all'apertura di un Tavolo per trovare soluzioni conciliative,come fatto a suo tempo con gli obbligazionisti “Convertendo” di Banca BPM, per gli investitori più deboli. Insomma un precedente che potrebbe in parte far recuperare i risparmi andati in fumo.
"Non è giusto penalizzare chi ha investito i risparmi di una vita – ha spiegato il presidente Ferroni - ecco perché Adiconsum a tutela degli azionisti più deboli, così come fatto per la vicenda dei piccoli azionisti delle obbligazioni “Convertendo” di BPM, ha chiesto un incontro con Banca d'Italia e Consob affinché si apra un tavolo a cui partecipi anche Roberto Nicastro, in qualità di presidente delle 4 banche salvate, per trovare soluzioni conciliative come quelle trovate con Bpm".
Per i risparmiatore che hanno perso tutto si apre un'altra possibilità per recuperare in parte ciò che è stato bruciato con il Salva-Banche: un’agevolazione adi carattere fiscale (credito di imposta). In questo caso sta spingendo la deputato umbra di Scelta Civica Adriana Galgano: “La priorità è la tutela deipiccoli risparmiatori che rischiano l’indigenza distinguendo la loro posizione da quella del resto degli azionisti e obbligazioni e soprattutto da quella delle fondazioni”. L'obiettivo del deputato, con l’emendamento (presentato) che prevede il credito d’imposta del 26% da scomputare sull'Irpef fino a concorrenza di un importo massimo di 50mila euro, è quello di compensare parte delle perdite subite dai piccoli risparmiatori. Un'ipotesi che sulla carta non dispiace neanche al Governo.