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Umbria Mobilità, Prisco: "Aumento capitale è operazione avventuriera"

Per il consigliere comunale del Pdl, Prisco l'aumento di capitale deciso dall'assemblea soci di Umbria Mobilità è un'operazione avventuriera sulle spalle di lavoratori e famiglie

Il consigliere comunale del Pdl, Emanuele Prisco commenta in maniera tutt'altro che positiva l'aumento di capitale deciso dall'assemblea soci di Umbria Mobilità, avvenuta venerdì scorso. Per Prisco la decisione presa dall'azienda dei trasporti è un'operazione avvventuriera: "Un aumento di capitale differito di un anno. Mi pare un’operazione avventuriera fatta sulle spalle dei lavoratori e delle loro famiglie. Piuttosto si rimuova il CDA e si avvii una nuova fase di risanamento aperta alla cogestione dei lavoratori”.

Il rappresentante comunale PdL rincara la dose sulle difficoltà economiche dell'azienda: "Un aumento di capitali di 25 milioni, quello deliberato dall’assemblea dei soci che, di fatto, dovrebbe realizzarsi con un differimento di un anno, chiesto senza troppi segreti, per avere nuovi crediti (cioè debiti) dalle banche, confidando che, nel frattempo, qualcuno arrivi a portare i soldi che servono".

E su Palazzo Priori. "Il Comune di Perugia dovrebbe, tra l’altro, sottoscrivere e versare oltre 5 milioni di euro-che a giudizio dell’esponente PdL- non si capisce dove possano essere trovati, visto che si sta raschiando il barile con un ulteriore taglio di oltre 2 milioni di euro al bilancio municipale come annunciato dal Sindaco Boccali. Un’operazione che dal PdL definiscono di “gestione creativa” e di fatto tutt’altro che concreta. Se queste condizioni non dovessero verificarsi si dovrebbe ricorre o all’aumento del costo del servizio, ipotesi scongiurata dall’opposizione che non vuole aumenti a carico dei cittadini, o con l’aumento dei trasferimenti sul fondo dei trasporti, ipotesi difficile in periodo di spending review”.

Rimuovere il Cda. “L’unica cosa seria da fare – continua Prisco – sarebbe stata quella di rimuovere il CDA e nominare un commissario (terzo) che rimettesse in carreggiata la società. Almeno sarebbe stata un’operazione credibile. Visto poi che le scelte operate si giocano purtroppo sulle spalle dei lavoratori e delle loro famiglie, che si coinvolgano almeno gli stessi nella gestione della società. Un modello di cogestione coi lavoratori delle scelte aziendali, per il quale hanno optato molte aziende in difficoltà in Italia e in Europa, con non pochi risultati, e che oggi entra anche tra le priorità del Governo per il rilancio economico italiano.

I partiti tolgano le mani dalle partecipate. Da persone che fanno politica – conclude Prisco – bisogna dire ai partiti che devono togliere le mani dalle partecipate. Soltanto uno sforzo complessivo e serio degli Enti proprietari e dei lavoratori, che conoscono molto bene il proprio lavoro può salvare Umbria Mobilità e con il essa il futuro dei suoi 1500 dipendenti, oggi che non si possono più chiedere interventi di salvataggio da finanziare con la spesa pubblica”.

 

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