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Economia

Aumenti Ferrovie Umbre, Marchesani: "Colpiscono soprattutto pendolari"

Il consigliere regionale del Pdl, Lignani Marchesani presenta una interrogazione a risposta immediata alla Giunta per avere chiarimenti sugli aumenti tariffari di biglietti ed abbonamenti sulle linee dell'ex Ferrovia centrale umbra

Il consigliere regionale del Pdl, Andrea Lignani Marchesani ha presentato un question time alla Giunta per avere chiarimenti sugli aumenti tariffari di biglietti ed abbonamenti sulle linee della ex Ferrovia centrale umbra. Lignani Marchesani, facendo riferimento alla delibera di Giunta 714 del 18 giugno 2012, chiede di annullare gli aumenti e di garantire un reale rilancio del trasporto su ferro.

Lignani Marchesani spiega che gli aumenti sulle linee ferroviarie gestite dalla holding regionale dei trasporti sono disposti su due tranche: "Una operativa dal 1° luglio 2012 e l’altra lo sarà a decorrere dal 1° luglio 2013. Questo aumento è operato con un adeguamento pari al 50 per cento della differenza tra le precedenti tariffe di Umbria Mobilità e quelle di Trenitalia, ad esclusione della tariffa della prima fascia chilometrica della corsa semplice che viene totalmente adeguata a quella di Trenitalia mentre dal 2013 è previsto un totale adeguamento delle tariffe di Umbria Mobilità a quelle di Trenitalia”.

L'esponente del Pdl conclude dicendo che le nuove tariffe colpiscono soprattutto i lavoratori pendolari: "Per abbonati e utilizzatori dei biglietti di corsa semplice l’aumento già scattato è stato in pratica pari a circa il 25% rispetto alle tariffe precedenti. Un incremento che colpirebbe in particolare lavoratori pendolari, studenti e fasce meno abbienti, che si trovano così di fronte ad un improvviso e inadeguato aumento dei costi di viaggio. A fronte di un servizio tuttora insufficiente o addirittura scadente quanto a puntualità, pulizia e comfort, gli utenti dovranno sopportare costi tali da prevedere da parte loro un possibile abbandono di tale modalità di trasporto a favore di altri vettori o addirittura dei mezzi privati, con ciò vanificando anni di politiche regionali per la mobilità alternativa”.

 

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