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Economia

L'analisi economica shock per l'Umbria: "La ricchezza delle famiglie crollata ai livelli degli anni '50"

L'analisi dell'economista Tondini. Peggio di noi... solo il Molise! Ecco quanto conta a livello economico l'Umbria e quanto incide sulla demografia

Con le dovute proporzioni in termini di cifre, l'Umbria a livello di pil - prodotto interno lordo - pro-capite è ritornata indietro nel tempo: al primo dopo guerra (a metà degli anni '50). Altro che terzo millennio! Altro che benefici dell'Europa politicamente unita! Praticamente necessitiamo, secondo le ultime analisi, di un vero e proprio Marshall per rinascere dalle macerie provocate dalla crisi infinita, dal galleggiamento della politica regionale che non ha saputo e voluto attuare un cambiamento negli ultimi 10 anni e vari governi nazionali che hanno ignorato totalmente l'Umbria e il Centro Italia in genere. Le famiglie umbre dunque hanno un potere d'acquisto, una ricchezza "in house" e un'aspettativa, rispetto alla media nazionale, che ci riporta indietro di 70 anni.

L'economia Elisabetta Tondini, per conto di Agenzia Umbria Ricerche, ha analizzato la parabola discendente della ricchezza degli umbri e dell'Umbria: "Il PIL pro capite umbro continua il suo progressivo allontanamento dalla media del Paese, sfiorando nel 2017 una distanza di 15 punti, praticamente quella dei periodi più critici dalla fine dell’Ottocento ai nostri giorni (la prima guerra mondiale e la seconda metà degli anni Cinquanta)". "Dopo le due recessioni (2008-2009 e 2013-2014) - ha continuato l'economista - che hanno caratterizzato il decennio, il Paese è tornato a risalire lentamente la china almeno fino al 2017, l’Umbria invece ha continuato ad arrancare: dal 2007 al 2017 solo in due anni ha visto crescere il proprio PIL in termini reali, visto che il livello realizzato al 2017 praticamente eguaglia quello dell’anno precedente. A causa di questo stato di difficoltà dell’economia umbra, il PIL reale cala complessivamente nel decennio del 15,6%, praticamente più del triplo di quanto occorso su base nazionale, e molto più rispetto alle altre tre aree del Paese, Meridione compreso. Anche il raffronto con le altre regioni italiane non è molto confortante. In una classifica stilata per dinamica del PIL reale dal 2008 al 2017 l’Umbria si colloca al penultimo posto, seguita solo dal Molise".  

E l'Umbria conta sempre di meno a livello nazionale: alla fine, con 21,6 miliardi di euro, l’Umbria contribuisce alla formazione del PIL italiano del 2017 per l’1,2% (tradizionalmente oscillava, superandolo, intorno all’1,4%), mentre l’incidenza in termini di popolazione, dopo aver raggiunto il suo massimo nel 2011, nel calo generalizzato degli anni più recenti, si assesta all’1,46%".

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