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Economia

Crisi Umbria, Profumo (Mps): "Le piccole aziende sono a rischio"

Il numero "uno" della Monte dei Paschi a Perugia per incontrare imprenditori e giornalisti. Profumo sprona gli umbri: "Ingrandire le aziende, fare prodotti di qualità e cavalcare le nicchie mondiali"

L'Umbria sempre più verso il centrosud, economicamente parlando? No, ma il "modello Lilliput" non funziona più. Parola di Alessandro Profumo, presidente della Monte dei Paschi di Siena, che mercoledì a Perugia ha fatto il punto con la stampa e con una delegazione di imprenditori sul programma di rilancio della banca stessa.

Un rilancio che, come già ufficializzato nei giorni scorsi, sarà anche fatto di esuberi (4500), pochissime assunzioni a tempo (500), molta esternalizzazione e sportelli chiusi a favore del nuovo metodo online sul quale Profumo ha puntato molto in linea con i tempi. Comunque tornando al super manager sulla disamina dell'economia umbra: la parola chiave, secondo Profumo, delle nostre piccole aziende non è resistere, ma cogliere nuove opportunità.

"Dobbiamo trovare - ha spiegato Profumo - la formula per ingrandire le aziende, con una forte vocazione all'internazionalizzazione, con personale che sappia stare e girare i mercati mondiali e in grado di sfornare un prodotto di qualità. Dobbiama cavalcare le nicchie di mercato e soprattutto non dobbiamo cercare di fare concorrenza sul prezzo del prodotto esportato ma sulla qualità e originalità. Gli italiani per uscire dalla crisi devono tornare a fare gli italiani trovando come in passato soluzioni che funzionino; basta aspettare che i nostri problemi li risolvino gli altri".
 
Il Monte dei Paschi - forte anche del finanziamento pubblico - vuole continuare a finanziare le aziende di casa nostra che metteranno in campo una trasformazione e una internazionalizzazione competitiva. "Siamo una banca molto radicata in Umbria come nel resto del Centro Italia" ha continuato Profumo "Siamo pronti a fare il nostro per continuare a far crescere gli operatori e le loro aziende". Di contro però i tagli imposti dalla cura Profumo si faranno sentire anche in Umbria: sedi chiuse, meno personale agli sportelli e una parte dei dipendenti finirà nel calderone della esternalizzazione dei servizi che è ancora un contenitore con molte incognite. 
 
"Ogni 100 euro di depositi da clienti - ha spiegato Profumo - abbiamo 130 euro di impieghi. I 30 aggiuntivi, che vanno anche a smentire il mancato sostegno all'economia, in passato arrivavano da investitori istituzionali che acquistavano obbligazioni a medio lungo termine. Oggi non piu' quindi a coprire questa passivita' e' intervenuta la Bce, ma adesso bisogna trovare un nuovo equilibrio fondato su un modello di servizio diverso, un modello economico diverso, un bilancio piu' ridotto per non dover ricorrere ancora alla Bce''.
 
Pertanto, la discontinuita' attuata dal nuovo piano e' finalizzata a perseguire il rafforzamento patrimoniale, una politica a tutela dell'asset quality, un equilibrio strutturale della liquidita' e nessuna dipendenza dalla Banca Centrale Europea.

 

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