Aeroporto dell'Umbria, le possibili nuove rotte e la trattativa in corso per i voli del futuro

Cominciamo da Est, e come per la filosofia della storia di Hegel, seguiamo il corso del sole. Le ipotesi sul piatto sono Polonia e Romania. Perché? Semplice: sono mercati che ingolosiscono Ryanair. Mercati dove la compagnia di Dublino, forte dell'arrivo di nuovi aerei, potrebbe inserirsi.

E ancora, ma più ad ovest. La Germania, per l'esattezza: Berlino è una di quelle mete da agguantare. O Amburgo. Farabbi ne sarebbe lieto. Il direttore del Corriere dell'Umbria Anna Mossuto, pure. E anche i perugini. E anche gli operatori turistici dell'Umbria, in ultima analisi. In sintesi: magari.

Ancora più verso la direzione dove tramonta il sole. Inghilterra, per la precisione. “Se il volo per Londra fa 90mila passeggeri quando va male – dice Farabbi – perché non puntare all'Inghilterra? Gli inglesi non sono solo a Londra”. In effetti, il ragionamento fila.

Infine, c'è la Spagna. Lo aveva suggerito il consigliere regionale Claudio Ricci, prima degli alieni. E il vecchio volo per Barcellona è lì, pronto ad essere riattivato. Anche perché “ci sono due categorie di persone che vogliono volare a Barcellona: chi vuole andare proprio a Barcellona e chi punta a prendere un altro aereo per un volo intercontinentale”, dice Farabbi. E Ryanair, guarda tu i casi della vita, sta trattando una partnership proprio con le compagnie che propongono questo tipo di tratte. Chissà. 

Capitolo a parte i voli charter. Tipo dalla Scandinavia o da Israele. Tutte esperienze già "consumate" che hanno fatto sentire il loro impatto sull'aeroporto dell'Umbria e sul turismo. Perché non riprovare? In maniera strutturata, sia chiaro.

La conclusione è più che altro una domanda. Il destino dell'aeroporto dell'Umbria è in grossissima parte legato alle decisioni della Regione Umbria. Poco tempo fa doveva essere soppiantato, poi rilanciato, ora non ne siamo poi così certi. In definitiva: cosa si vuol fare con questo scalo?