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Economia

C'è l'accordo: aumento di stipendio per 2000 lavoratori del settore alimentare

I sindacati chiedono di estendere il rinnovo a tutti i lavoratori del comparto

Mercoledì 6 maggio, su proposta delle associazioni Unionfood, Assobirra e Ancit, aderenti a Federalimentare, Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil hanno sottoscritto un accordo per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) dell’Industria alimentare. Il via libera alla sottoscrizione dell’accordo è stato dato dall’assemblea della delegazione trattante di Fai-Flai-Uila, alla quale hanno partecipato in video collegamento 180 delegati.

Nelle premesse, l’accordo riconosce lo straordinario ruolo svolto dalle lavoratrici e dai lavoratori del settore durante l’emergenza Covid-19, il senso di responsabilità e l’impegno da loro profuso per garantire che sulle tavole degli italiani non mancassero i prodotti della filiera; ribadisce il valore delle relazioni sindacali grazie alle quali è stato possibile gestire nelle aziende del settore le difficoltà dovute all’emergenza sanitaria; conferma la centralità del Contratto collettivo nazionale di lavoro. Nel merito, l’accordo fissa, per il 14 maggio, un primo incontro con le tre associazioni per proseguire le trattative di rinnovo del Ccnl Industria alimentare, interrotte il 21 febbraio scorso; prevede una prima tranche di incremento salariale, a decorrere dal primo dicembre 2019 e per tutto il 2020, pari a 21,43 euro (a parametro 137), con pagamento degli arretrati scaglionati in tre tranche, tra maggio e agosto.

Una firma importante secondo i tre segretari generali dell’Umbria di Fai-Cisl Dario Bruschi, Flai-Cgil Michele Greco e Uila-Uil Daniele Marcaccioli: “Apprezziamo il senso di responsabilità di queste associazioni e delle imprese da esse rappresentate che hanno voluto tendere la mano ai propri lavoratori dando loro le giuste risposte in un momento così difficile per il paese. La parte economica per il 2020 garantisce la salvaguardia del potere d’acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori”.

Le imprese aderenti alle tre associazioni datoriali rappresentano in Italia il 50 per cento della forza lavoro del settore Industria alimentare, circa 200mila lavoratori, e il 70 per cento del fatturato del comparto. In Umbria gli addetti inclusi in questo rinnovo sono circa 2mila, compresi i lavoratori stagionali.

“In ragione dell’accordo raggiunto – spiegano i sindacati –, auspichiamo che la scelta fatta da una parte importante dell’industria alimentare italiana possa essere condivisa da tutti gli altri comparti che costituiscono Federalimentare. In questa ottica, Fai, Flai e Uila hanno deciso di revocare le azioni di lotta, proclamate a partire dal 9 maggio. Tali misure (blocco di straordinari e flessibilità) verranno messe in atto a partire dal 13 maggio, solo nelle aziende che non avranno, nel frattempo, aderito all’accordo. Siamo consapevoli che quello compiuto mercoledì è un passo indietro nella storia contrattuale del nostro settore. Ci siamo arrivati, però, dopo otto mesi di trattative interrotte e riprese e poi di nuovo interrotte, con colpi di scena purtroppo sempre negativi per gli operai che rappresentiamo”.

“Rimaniamo convinti – concludono i segretari regionali Fai, Flai e Uila – della necessità di riprendere un confronto negoziale che porti al rinnovo del Ccnl industria alimentare per l’intero quadriennio di vigenza. Chiediamo alle aziende di aderire a questo percorso, congiuntamente con la loro associazione o come singole realtà, per i loro lavoratori che meritano in questo momento il rinnovo del Ccnl come sta iniziando ad avvenire per circa 2mila lavoratori umbri ma è ovvio che fin da oggi invieremo una lettera aperta a tutte le aziende Umbre nelle quali ufficializzeremo tale invito”.

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