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Martedì, 23 Aprile 2024
Economia

Sempre meno credito alle aziende, Confindustria Umbria: "Banche siano flessibili"

Ernesto Cesaretti (Confindustria Perugia): “Accanto alla diminuzione del credito sul fronte dei volumi c’è stata anche una restrizione sui parametri per la sua concessione. Ciò fa incrementare notevolmente la selettività nel concedere prestiti e il ricorso alla garanzia”.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PerugiaToday

In Umbria gli imprenditori sono preoccupati dalla restrizione del credito operata dalle banche e il credit crunch non accenna a fermarsi: nel solo dicembre 2012 si è avuto nella regione un calo di impieghi del 2,4% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, a fronte di un valore medio nazionale dell'1,3%. BancaFinanza, mensile finanziario in questi giorni in edicola, ha intervistato in un'inchiesta sul territorio Ernesto Cesaretti, presidente di Confindustria Perugia e Vanni Bovi, direttore generale di Cassa di risparmio dell'Umbria (gruppo Intesa San Paolo):

Secondo Cesaretti la situazione è particolarmente allarmante perché le banche si affidano troppo a sistemi automatici di valutazione del merito creditizio. "Una corretta valutazione - sostiene il presidente di Confindustria Perugia - non può essere data soltanto dal risultato del rating. È necessaria una maggiore flessibilità. È pure importante l'adozione di misure che consentono di spostare l'indebitamento a breve nel medio lungo termine".

Il rapporto con le banche prettamente locali non migliori di quello che gli imprenditori umbri possono avere con le banche locali. "Non sempre - aggiunge Cesaretti - la prossimità territoriale coincide con la maggiore disponibilità a concedere credito, anche per la carenza di liquidità e per l'obiettiva difficoltà a rispondere alle numerose richieste". A incidere è l'eccessivo utilizzo di sistemi automatici di valutazione, che non tengono più conto dei fattori che in passato incidevano nella valutazione del rischio, come la conoscenza del territorio e soprattutto la vicinanza della banca con l'impresa. "L'imprenditore - spiega ancora il presidente di Confindustria Perugia - avverte in linea generale la mancanza del rapporto umano, di un interlocutore che conosca in profondità l'azienda, non costruito sulla sola analisi dei dati contabili, ma che sia alimentato dalla comprensione delle strategie e dalla considerazione della sua storia".

Dal canto suo Vanni Bovi non ha mancato di enfatizzare le iniziative che la Cassa di risparmio dell'Umbria sta mettendo in atto per aiutare famiglie e imprese umbre. "Per sostenere le famiglie in una situazione economica resa precaria dalla perdita del lavoro o dall'ingresso nella cassa integrazione - ha detto Bovi - la banca e l'intero gruppo hanno aderito alla quarta moratoria Abi per la sospensione del pagamento delle rate sui mutui: circa il 96% delle richieste inoltrate alla nostra rete di agenzie viene approvato".

Ma anche gli interventi a sostegno delle imprese sono stati numerosi. "Una delle nostre ricette per il sostegno alle Pmi - ha aggiunto il direttore generale della Cassa di risparmio dell'Umbria - è rappresentata da tutte le forme di aggregazione e alleanze tra imprese, che oggi rappresentano un vantaggio per la ripresa economica e per l'avvio di un processo di internazionalizzazione. Supportiamo concretamente la costituzione e l'avvio dei contratti di rete attraverso un'offerta di servizi, finanziari e no. A tal proposito è recente l'accordo tra Intesa Sanpaolo e Reti impresa, l'agenzia confederale di Confindustria". "L'accordo - conclude Vanni Bovi - è stato stretto proprio per dare sostegno alle reti di impresa, come strumento utile alle Pmi per superare i limiti dimensionali, avere maggiore forza sul mercato e migliorare le possibilità di accesso al credito".

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