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Economia

Riforma del lavoro, presidio a Montecitorio il 27 giugno: ci saranno anche 200 umbri

Il 27 giugno, 200 umbri parteciperanno al presidio organizzato dalla Cgil davanti al Palazzo di Montecitorio per dire no alla Riforma del lavoro, considerato un provvedimento iniquo

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PerugiaToday

Ci saranno almeno 200 umbri, al presidio organizzato dalla Cgil in Piazza Montecitorio, per dire no alla Riforma del lavoro, "un provvedimento “iniquo e sbagliato", che secondo il sindacato non migliora la qualità del lavoro nel nostro Paese e non aumenterà l'occupazione e che la Cgil contrasterà promuovendo per il 26 e il 27 giugno scioperi e manifestazioni in tutta Italia.

Il "popolo dei 200"  si divide in una consistente delegazione di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati umbri che partiranno da tutta la regione per far sentire la propria voce ai deputati e chiedere che la riforma venga fermata e corretta. E insieme a quelli dell'Umbria, mercoledì davanti al Parlamento manifesteranno anche lavoratrici e lavoratori di Lazio, Toscana, Marche, Abruzzo e Campania.

“Non possiamo accettare che anche alla Camera dei deputati il governo abbia imposto il voto di fiducia sulla legge di 'riforma' del mercato del lavoro e che il Parlamento la voti nonostante il sindacato, afferma il segretario regionale della Cgil Umbria, in primo luogo e molte altre parti sociali, abbiano definito questa legge sbagliata e controproducente. Questo provvedimento non combatte la precarietà, specie dei giovani, perché mantiene tutte le tipologie precarie nate dalla politica liberista dei Governi Berlusconi, e non universalizza le tutele in caso di perdita del lavoro, anzi riduce drammaticamente la durata dei sussidi e non li estende a chi oggi ne è escluso”.

Con questa legge, secondo la il sindacato, si rischia “una recrudescenza della crisi” e per questo il sindacato mette in guardia il governo, aggiungendo che “continuerà la sua lotta con questo governo e con quelli che verranno”. Tra le rivendicazioni del sindacato: “Un serio contrasto alla precarietà del lavoro, un regime universale di ammortizzatori sociali, politiche attive del lavoro efficaci e finalizzate ad un'occupazione stabile e tutelata, un diritto del lavoro che renda più certa ed esigibile la tutela contro i licenziamenti illegittimi, un vero piano di crescita del paese che promuova la buona occupazione”.



 

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