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Cronaca

Perugia, si fa chiamare "Fcu": ecco il graffitaro che imperversa ovunque

Si affaccia sulla ribalta cittadina un nuovo writer, ribaldo e sfrontato, che sta imbrattando facciate di edifici pubblici e privati, serrande di negozi e garage. E perfino il tribunale (ex centrale elettrica) in via XIV Settembre

Si affaccia sulla ribalta cittadina un nuovo writer, ribaldo e sfrontato, che sta imbrattando facciate di edifici pubblici e privati, serrande di negozi e garage. E perfino il tribunale (ex centrale elettrica) in via XIV Settembre. Fino a un paio d’anni fa, il re incontrastato dell’imbrattamento era il famigerato Red cui abbiamo dedicato paginate di biasimo. Ci fu anche chi, come il compianto Armando Alberati, pubblicò un libro (“A Perugia anche i muri parlano”) in cui riservò ampio spazio ai nostri servizi su Red.

Poi, fortunatamente, Red è stato intercettato, insieme a due minori, mentre imbrattava edifici, avendo al seguito un’auto piena di bombolette. Lo raccontò Nilo Arcudi attribuendo il merito dell’individuazione dei malandrini al Corpo della Polizia municipale, che si era valso delle immagini delle telecamere.

Ora emerge un nuovo imbrattatore che si firma con lo pseudonimo FCU (nulla a che vedere con la Ferrovia centrale umbra, s’intende!). Il bello – anzi il butto – è che si non si tratta di “street art”, ossia di qualcosa che assomiglia a un disegno, ma di semplici scarabocchi, spesso diversi l’uno dall’altro, accomunati solo dalla sigla.

Il suo quarto d’ora di notorietà FCU se l’è guadagnato. Ma risulta che gli inquirenti siano sulle sue tracce, anche a seguito delle numerose segnalazioni per danno ricevuto. Non c’è luogo della città che non sia inquinato da quella sigla: dal parcheggio Pellini a saracinesche qua e là. L’ultimo “capolavoro” l’ha lasciato sull’edificio del cinema Lilli. E per realizzarlo ha voluto approfittare del favore delle tenebre, ma ha anche dovuto arrampicarsi (con l’aiuto di una scala, data l’altezza) fino al livello di oltre quattro metri. Da un paio di giorni, il senso di provocazione e di sfida l’ha spinto a vergare la sua sigla sul tribunale di via XIV Settembre, a lettere cubitali, affiancate da scritte, in inglese, di dubbio significato.

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