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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Spoleto

Ruba due vitellini e li rivende: ma il test del Dna lo smaschera, denunciato

Aveva presentato la denuncia i primi di aprile, dopo che gli erano stati sottratti due vitelli dal suo allevamento. A finire nei guai fasullo venditore

Ha rubato due vitelli di due-tre mesi di vita, rivendendoli  a un allevamento di  Maiano  di  Spoleto con la speranza di non essere beccato dalle forze dell’ordine. Le indagini del Corpo forestale della Provincia di Perugia sono però partite l’aprile scorso, quando il proprietario dei due vitelli ha sporto denuncia ai carabinieri, dichiarando che gli animali rubati  erano nati da fattrici di sua proprietà, nella sua stalla in località Poggio Bustone (RI).

I militari dopo poco tempo hanno così localizzato in un allevamento  bovino  in località  Maiano di Spoleto due vitelli di razza meticcia che il titolare riferiva  aver  regolarmente  acquistato alla fine del mese di aprile da un commerciante di bestiame di Greccio (RI) . Acquisto regolare a suo dire poiché gli animali erano provvisti  dei  documenti di identificazione  ed  origine previsti.

Del ritrovamento del bestiame era stato ovviamente informato l’allevatore che una volta giunta sul posto, ha riconosciuto come suoi i due vitelli. Per confutare ogni dubbio si è deciso di procedere con il test del Dna che ha confermata la compatibilità tra il DNA dei vitelli oggetto del furto ed il DNA delle fattrici dichiarate in denuncia come madri, confermando quindi l’appartenenza dei due vitelli  a colui che ne aveva denunciato il furto.

Il commerciante reatino, che aveva venduto i vitelli all’allevatore spoletino, è stato pertanto denunciato e dovrà rispondere sia del reato di furto di bestiame, il cosidetto “abigeato”  previsto dagli artt. 624 e 625 del codice penale che prevede la reclusione fino a sei anni e una multa, sia del reato di falso ideologico per aver falsificato la documentazione propedeutica alla vendita dei capi bovini, punito con la reclusione fino a due anni, e del reato di truffa, a seguito di querela,  art. 640 C.P. punito con la reclusione fino a tre anni e una multa.

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