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Cronaca

Fase 2 | L'arma in più dell'Umbria è l'Università. Il Rettore vara il Gruppo di supporto per la sanità e l'economia

In questa fase di emergenza i laboratori hanno prodotto i reagenti (introvabili) per fare i tamponi, ora la nuova strategia per la graduale ripresa

Troppo spesso in Umbria si sottovaluta l'importanza di avere a disposizione un Ateneo (l'Unipg) che può vantare oltre 700 anni di storia e grande capacità di progettare il futuro e innovare l'economia dei territori. Troppo spesso è stato visto (l'Ateneo) come una sorta di monumento buono per portare studenti da fuori-regione a cui vendere o affittare. Eppure l'Università degli Studi, diretta dal giovane neo-rettore Maurizio Oliviero, è un'arma in più per l'Umbria e per gli umbri.

E mai come in questo periodo, merito anche del Magnifico, è capace di dimostrare il lato umano-sociale (la vicinanza agli studenti e al personale in questo momento difficile per le famiglie). Eh già perchè l'Unipg, con i suoi scienziati e ricercatori, con i suoi dipartimenti di medicina, farmacia e biologia, è stato il grande protagonista in Umbria dell'argine anti-covid e lo sarà ancora di più nella difficile fase due alla quale parteciperà con pari dignità insieme alla Regione, alla Prefettura e alle categorie produttive.

Il Magnifico ha lanciato infatti una vera e propria task-force: si tratta del Gos, il Gruppo Operativo di supporto istituzionale. Una squadra "speciale" grazie alla quale è stato possibile portare avanti la campagna dei tamponi e dei test brevi - fondamentali per arginare i contagi - in grado di produrre reagenti a tempo di record (introvabili a livello nazionale e molte regione sono state costrette a limitare le operazioni di laboratorio) su richiesta della macchina sanitaria regionale. Ma anche produzione per i volontari ed ospedali di disinfettanti e farmaci.

 “Il nostro gruppo operativo ha iniziato a lavorare per la produzione dei reagenti di alta qualità, indispensabili per l’esecuzione dei tamponi e carenti a livello nazionale, facendo sì – ha detto - che in Umbria sia stata garantita la continuità della rilevazione dei casi di contagio. Nei laboratori universitari siamo in grado di produrre anche disinfettanti e antivirali". Si tratta di reagenti, come confermato dalla sanità, di un grado di purezza ottimo, intorno all'80 per cento, e questo permette di avere un risultato sicuro sulla positività oppure no del singolo paziente.

Ma il Gos ha anche avviato una doppia ricerca: una valutazione sulla produzione delle migliore mascherine e altre produzioni in grado di garantire una copertura sanitaria e igienica per tutti i giorni, in luoghi di lavoro e sociali. Uno studio che può ritornare utile per le tante aziende umbre che stanno riconvertendo la propria produzione proprio in questo campo. "È stata avviata - ha spiegato il Rettore - una valutazione sulle tipologie di mascherine per la protezione individuale. Un impegno che si aggiunge allo studio su come l’Umbria, un piccolo microcosmo, possa rimettersi in moto da maggio, dal punto di vista sociale ed economico, in condizioni di sicurezza, analizzando i fabbisogni del territorio. Potrà essere una grande occasione e dare vita a piccoli cluster di economia. Un modello di riferimento nazionale”.

Nella fase due la produzione dell'Università sarà fondamentale dato che saranno eseguiti test-rapidi - da qui l'esigenza dei reagenti quasi introvabili - per andare a caccia degli asintomatici e arginare il ritorno di fiamma dei contagi, ipotizzati con la riapertura seppur graduale. Ma anche per studiare nuovi modelli economici e la conversione del tessuto produttivo. 
 

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