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Mercoledì, 27 Settembre 2023
Cronaca

Anziani maltrattati e picchiati in ospizio, condanne pesanti per le violenze degli operatori

Pene da 7 anni e mezzo a 2 anni e provvisionale di 190mila euro da pagare a vittime e parenti

Anziani sequestrati nei bagni dell’ospizio, picchiati con il bastone, lasciati senza pasti oppure con la bocca tappata dal nastro adesivo.

Violenze che per il Collegio del Tribunale penale di Perugia valgono una condanna tra i 7 anni e 6 mesi e i 2 anni per i nove imputati accusati di percosse, sequestro di persona e maltrattamenti in una comunità assistenziale.

Secondo gli investigatori gli imputati “in concorso tra loro” avrebbero “maltrattato” almeno 12 pazienti-ospiti (la struttura ne ospitava 31 a pieno regime) “mediante reiterati atti di aggressione fisica e psicologica, con costante ricorso alla violenza (consistita in schiaffi, pugni, calci, presa per i capelli e bastonate), ad atti di afflizione fisica e psicologica, quali punizioni per fatti di disobbedienza o di mancato rispetto delle regole interne alla struttura, consistiti nell’aver lasciato i pazienti senza pranzo o senza cena, nell’averli privati dei propri effetti personali e della possibilità di fumare, nell’averli chiusi a chiave in uno dei bagni della struttura, o comunque in locali al buio e nell’averli costretti a lavarsi i denti nelle fontane dei giardini esterni, nonché alla minaccia come metodo educativo”.

Dalle indagini dei Carabinieri del Nas nella struttura sanitaria a Torchiagina sarebbero emersi episodi di mani legate dietro la schiena con il nastro adesivo, polsi spezzati, secchiate di acqua fredda, punizioni fisiche e psicologiche. Secondo l'accusa gli ospiti oltre a gli "schiaffi, bastonate, calci, pugni e capelli tirati ai pazienti, lasciati senza pasti a pranzo o cena", sarebbero stati "privati dei propri effetti personali e della possibilità di fumare" oppure "chiusi a chiave in bagno" e "privati della libertà personale mediante strumenti di coercizione fisica (nastri da imballaggio) e costretti a lavarsi i denti nelle fontane dei giardini esterni".

L’indagine era stata avviata dopo aver ricevuto un esposto da parte di una persona che conosceva quanto sarebbe avvenuto nella struttura, allegando anche alcune foto che ritraevano i segni delle violenze. Telecamere, intercettazioni ambientali e telefoniche avrebbero completato il quadro investigativo e le contestazioni penali. Uno degli operatori avrebbe afferrato per un braccio un ospite e “torcendoglielo dietro la schiena, tanto da farla piangere dal dolore e da causarle la frattura dell’avambraccio”. In un’altra occasione o stesso operatore avrebbe preso per il naso “tra le nocche e torcendolo con forza” ad un ospite che “temporeggiava nella consumazione del pasto”, fino a farlo sanguinare.

E poi spintoni, insulti, minacce, tirate di capelli a chi chiedeva di vedere una partita di calcio in tv oppure era steso sotto un albero e non lavorava nell’orto. Alcuni episodi sarebbero anche collegati al rifiuti di alcuni pazienti di assumere i farmaci previsti dal medico o di farsi medicare come da prescrizione. Un paziente sarebbe stato rimproverato e insultato in quanto aveva le tasche piene di fazzoletti usati di carta, nonostante gli operatori lo avessero avvertito di buttarli prima di mettere i pantaloni in lavatrice, visto che i fazzoletti avrebbero potuto rovinare l’elettrodomestico. In altre occasioni gli indagati avrebbero costretto alcuni pazienti a “stare in piedi con la fronte contro il muro per punizione senza nemmeno potersi appoggiare sul tavolo.

Gli imputati sono difesi dagli avvocati Luca Gentili, Michele Morena, Alessandro Bacchi, Simone Pillon, Sara Napoleoni, Maria Laura Antonini, Gabriele Brindisi e Giuseppe Grande. Le parti civili sono rappresentate, tra gli altri, dagli avvocati Annalisa Rosi Cappellani, Francesco Gallo, Noemi Marino, Antonio Di Pietro e Alfonso Tordo Caprioli.

Il Collegio ha condannato gli imputati a pene che vanno dai 7 anni e 6 mesi, ai 6 anni e mezzo, 5 anni e 6 mesi, 3 anni e 9 mesi, 3 anni, 2 anni e 9 mesi, 2 anni e 2 mesi con la concessione delle attenuanti generiche e l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Per alcuni degli imputati è arrivata l’assoluzione dall’accusa di maltrattamenti e di sequestro di persona. Tutti gli imputati condannati in solido al pagamento delle spese processuali e l’interdizione per la durata della pena inflitta, comunque non superiore a 5 anni, dallo svolgere il medesimo ruolo in strutture pubbliche o private di riabilitazione o cura. Disposto anche il pagamento di una provvisionale a favore delle vittime e dei parenti di 190mila euro, mentre per il risarcimento dei danni civili da stabilirsi in separata sede. Rigettata la richiesta di condanna in solido avanzata nei confronti dei responsabili civili Regione Umbria e Asl Umbria 1, rappresentata dall'avvocato Francesco Blasi. Gli imputati sono stati condannati anche al pagamento delle spese processuali e di parte civile.

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