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Cronaca

Subiva violenze dal marito e dal figlio: la polizia mette fine all'incubo

Dopo anni di maltrattamenti ha deciso di denunciare la violenza del marito da cui era sposata da oltre 20 anni e del figlio 26enne che ne emulava i comportamenti

Per anni ha dovuto subire i maltrattamenti del marito, con il quale era sposata da 20 anni e del figlio 26enne, fino a quando ha deciso di confidare tutto alla polizia, che ha allontanato i due dall'abitazione familiare.

Così una signora 46enne perugina, si è rivolta agli investigatori della Squadra Mobile ai quali ha friferito i maltrattamenti subiti dal marito, le sue offese, le continue minacce, le privazioni della sua libertà personale perché costretta ad uscire di rado da sola, le diffamazioni presso conoscenti e parenti con i quali veniva definita “una pazza”, le botte per le quali più volte era stata medicata al pronto soccorso, nonché i rapporti sessuali che era costretta ad effettuare al marito per i quali le lasciava 5 € in segno di umiliazione.

Agli Agenti ha anche descritto gli abituali comportamenti dei figlio che, pur essendo autonomo e residente in un luogo diverso dalla abitazione dei genitori, vi si recava al solo scopo di maltrattarla ed ingiuriarla per farsi preparare il pranzo.

Gli investigatori della Terza Sezione – Reati contro la Persona, specializzati per questa tipologia di reati, hanno quindi raccolto i riscontri delle dichiarazioni della donna indagando il marito per i reati previsti dall’art 572 (maltrattamenti in famiglia ), 582 ( lesioni ),  609- bis e 609-septies ( violenza sessuale aggravata)  del C.P.  ed il figlio per l’art 572 (maltrattamenti in famiglia ) .

Una volta esaurite le indagini della Mobile, il Pubblico Ministero richiedeva ed otteneva al G.I.P. per il marito la misura cautelare dell’obbligo di lasciare immediatamente l’abitazione coniugale, il divieto di avvicinarsi e di non frequentare i luoghi ove abitualmente dimora la moglie (lavoro, abitazione parenti ecc) ed una provvigione mensile.

Al figlio il G.I.P. ha imposto la misura cautelare del divieto di avvicinarsi e di non frequentare i luoghi ove abitualmente dimora la madre (abitazione , lavoro, abitazione parenti ecc) ed il divieto di comunicare  in qualsiasi forma con lei. Entrambi i provvedimenti sono già stati notificati ed eseguiti.


 

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