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Cronaca

Cinghiate e colpi di mattarello ai figli davanti alla madre: condannato per maltrattamenti in famiglia

Secondo la Corte d'appello si tratta di un reato più grave dell'abuso dei mezzi di correzione. I ragazzi costretti a vagare per ore per la città dipo essere stati cacciati fuori di casa

Maltrattamenti, violenze e minacce nei confronti dei figli e della moglie, per la Corte d’appello di Perugia non si tratta di abuso dei mezzi di correzione, ma maltrattamenti in famiglia e la pena supera i 3 anni.

Nelle motivazioni della sentenza “la condotta dell’imputato che riduca una persona della famiglia a subire continui atti di sopraffazione psico-fisica finalizzati ad attuare un anomalo ruolo di supremazia assoluta verso predetti soggetti” configura il delitto di maltrattamenti in famiglia e non il “meno grave” abuso dei mezzi di correzione, “condotta animata dalla volontà di esercitare un proprio diritto/dovere finalizzato alla correzione del sottoposto”.

Nel caso finito in aula l’imputato “era solito utilizzare plurime condotte aggressive e violente nei confronti dei figli della compagna (avuti da una precedente relazione, ndr) che si estrinsecavano in percosse per futili motivi con l’utilizzo di cinta e mattarello, nel tentare di strangolarli, in soprusi e minacce di morte e nel cacciarli di casa dicendogli che non erano figli suoi, costringendoli così a vagare per ore in città”.

Le violenze sarebbero state attuate anche “in presenza della madre e della figlia minore dell’imputato”, così come raccontato dei figli, minorenni anch’essi. Un racconto che i giudici hanno ritenuto attendibile, con i minori che non hanno nascosto la loro insofferenza “verso il compagno della madre” né che per sfuggire “alle angherie commesse dal patrigno nei loro confronti”, si erano dovuti difendere tramite “alcune iniziative di esasperata reazione da loro stessi poste in essere”.

Per i giudici tale comportamento, raccontando anche di episodi che non deponevano a loro favore, è una ulteriore prova delle verità uscita dalla narrazione fatta dai minori sui comportamenti violenti del patrigno.

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