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Cronaca

Violenza sessuale sulla studentessa 13enne, condannato autista dello scuolabus

L'uomo era accusato di aver palpeggiato la ragazzina durante la corsa di rientro a casa, quando sul bus c'era solo lei

Un autista del servizio di trasporto pubblico, della provincia di Perugia, è stato condannato a due ani per molestie sessuali su minore con pena sospesa condizionata al risarcimento della vittima, all’epoca dei fatti tredicenne.

Secondo l’accusa il conducente del mezzo avrebbe approfittato del fatto che la minore era l’ultima passeggera trasportata per fermare il mezzo e tentare di palpeggiarla. L’episodio sarebbe avvenuto su un autobus di una linea di trasporto pubblico scolastico nel 2014.

La minorenne si sarebbe attardata sull’autobus di ritorno dalla scuola (il periodo dovrebbe essere quello degli ultimi giorni prima della chiusura dell’anno scolastico). Arrivato al capolinea l’autista avrebbe approfittato dell’occasione palpeggiando la ragazzina e impedendole di scendere dal mezzo. Trovandosi in mezzo alla strada e per non destare ulteriori sospetti l’autista avrebbe lasciato scendere la bambina dopo poco.

Un episodio che avrebbe turbato molto la minore che una volta tornata a casa avrebbe subito raccontato tutto ai genitori e poi ai carabinieri. Le indagini erano subito scattate e avevano portato all’individuazione dell’autista e la contestazione dell’accusa di violenza sessuale su minore. La famiglia della minore si costituita parte civile tramite gli avvocati Antonio Cozza e Alessia Modesti.

L’uomo, difeso dagli avvocati Maria Chiara De Pascalis e Sara Pasqui, era accusato di aver fatto violenza sulla minore “facendo forza della sua autorità, approfittando delle condizioni di inferiorità fisica e psichica” della ragazza. La ragazzina si era confidata con la madre e la donna era riuscita a registrare una telefonata nel corso della quale l’uomo avrebbe detto alla minore: “se fossi più grande ti farei vedere ... ti darei un bacio”. Registrazione confluita negli atti del processo.

Secondo la procura perugina l’uomo avrebbe posto in essere, forse perché invaghito della ragazzina, anche “appostamenti vicino all’abitazione e promesse di qualsiasi genere”. La notizia è riportata dai quotidiani locali. Il sostituto procuratore Giuseppe Petrazzini aveva chiesto cinque anni e due mesi di reclusione per l'uomo che all'epoca dei fatti era stato arrestato e messo ai domiciliari.

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