Minore violentata in centro storico, sconto di pena per l'aggressore: tolti 3 anni
In appello riconosciute le attenuanti generiche. Il 20enne era accusato di aver violentato tre ragazzine: la condanna passa da 12 a 9 anni
Tre anni in meno rispetto alla pena inflitta in primo grado: da 12 a 9 anni. È stata riformata in appello la condanna per la violenza sessuale a danno di tre ragazzine minorenni emessa nei confronti di un 20enne difeso dagli avvocati Daniela Paccoi e Guido Rondoni. Confermato il risarcimento di una delle vittime con 20mila euro e 10mila per un’altra ragazza.
L’imputato aveva scelto il rito abbreviato ed era stato condannato a 12 anni, senza concessione delle attenuanti generiche. I giudici di appello, invece, hanno ritenuto le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti, riducendo di un terzo la pena. Respinta la richiesta di riapertura del dibattimento a seguito della presentazione di una perizia sulla semi infermità di mente.
Il giovane era accusato di avere abusato, il 10 giugno del 2020 in un vicolo del centro storico, una minorenne e di aver molestato, la stessa sera, un’amica della ragazza stuprata.
Al giovane erano poi state contestate altre violenze: una commessa il 12 gennaio 2020, sulla rampa di scale di un parcheggio di un centro commerciale su di una ragazzina che era già stata molestata dal giovane tre anni prima, quando aveva 11 anni. Un’altra violenza si sarebbe consumata il 1 gennaio del 2019, quando il giovane avrebbe abusato di una ragazza di 17 anni, sempre in un vicolo del centro storico a Perugia.
Al giudice l’imputato aveva detto di aver sempre pensato che “all'inizio dei rapporti le giovani fossero consenzienti”, ma che il suo giudizio non fosse lucido in quanto “avevo bevuto e probabilmente avevo assunto anche dello stupefacente, per cui ritengo che avevo una percezione della realtà non corretta. I comportamenti che mi si contestano - aveva aggiunto - sono frutto dell'abuso di alcol e stupefacente e avendo riflettuto in questi giorni su ciò, sono veramente pentito”.
Le minorenni erano state sentite con la formula dell’incidente probatorio e tute avevano confermato la trasformazione violenta del ragazzo, rispetto all’approccio in pubblico, appena era rimasto solo con loro e l’uso della violenza da parte dell’imputato, impassibile di fronte alla volontà di non fare sesso espresso dalle stesse vittime.
Le famiglie delle tre vittime si sono costituite parte civile tramite gli avvocati Pietro Giovannini, Elena Cristofari e Silvia Corbucci.