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Cronaca

"Da due mesi vivo nel terrore che possa uccidermi", il racconto della giovane molestata dell'ex che entra in casa sua dalla finestra

"Ho già fatto diverse denunce e sono stata sentita con il codice rosso, ma non sono state prese misure contro di lui che continua a minacciarmi e picchiarmi"

“Ho paura che possa uccidermi. Hanno paura anche i miei amici. Sono dovuta scappare perché mi ha reso impossibile vivere a Perugia”.

La giovane studentessa che sabato scorso, per la quarta volta, si è trovata in casa l’ex fidanzato che la perseguita, è stanca, arrabbiata, impaurita. Ha presentato diverse denunce per stalking, minacce, violenza, violazione di domicilio e diffusione di immagini sui social. È stata sentita con le procedure del codice rosso, ma lui è ancora libero di fare quello che vuole. Una storia di violenza sulle donne, di ex che non si rassegnano alla fine di un rapporto (che nel racconto della vittima è nato sotto il segno della violenza) che arriva proprio in prossimità dell’8 marzo.

Abbiamo mostrato ai lettori il video in cui il soggetto denunciato entra in casa da una porta-finestra. Ci racconti come si è arrivati a questo?

“Abbiamo avuto una relazione che ho deciso di troncare a novembre. Da quel momento la mia vita è diventata un inferno. Anche prima non andava bene, per questo avevo deciso di chiudere una relazione in cui si era subito mostrato violento a causa del consumo di alcol e droga. Più volte ha cercato di farmi ubriacare e poi di avere dei rapporti sessuali, e una volta è anche riuscito ad abusare di me dopo avermi fatto bere, spesso mi schiaffeggiava, mi sputava addosso e mi ha spento delle sigarette sul corpo. Mi ha rubato più volte del denaro perché ne aveva bisogno non essendo in grado di mantenere un lavoro. Quando ho deciso di cacciarlo fuori di casa ha iniziato a perseguitarmi”.

Quali sono i comportamenti per i quali lo hai denunciato?

“Mi segue ovunque, lo ritrovo sempre che mi aspetta quando esco. Non riesco più a vivere, a studiare, a uscire con le amiche. È entrato in casa quattro volte, mi ha picchiato, minacciato con un coltello, menato con un secchio, mi ha derubato dei soldi. La sera di Capodanno mi ha seguita in discoteca e mi ha aggredito, ma nessuno mi ha aiutata, finché non sono intervenuti i Carabinieri. Ogni volta che mi aggredisce mi chiama ‘amore’. Mi scrive venti o trenta messaggi al giorno, da un numero anonimo perché il suo l’ho bloccato, e mi chiama ‘amore’, che fa tutto questo perché mi ama e devo essere sua”.

Cosa è successo sabato scorso in casa tua?

“È entrato grazie al vetro che aveva rotto la volta precedente. Ha sollevato la tapparella avvolgibile, ha infilato la mano nel foro sul vetro, ha manovrato la maniglia ed è entrato, dicendo che mi amava, che voleva stare con me. Le solite cose, poi mi ha strappato il telefono dalle mani, perché lo stavo riprendendo, mi sono difesa con un secchio, ma lui lo ha preso e mi ha colpito con quello. Così mi sono messa a urlare, era l’unica cosa che potevo fare, sperando che i vicini si allarmassero. Poi quando è andato via ho preso le mie cose e ho lasciato la città. Mi ha lasciato la casa devastata, con almeno mille euro di danni”.

Perché hai deciso di andare via?

“Perché ho paura, ho gli attacchi di panico, non mi sento protetta. Ho dormito qualche volta da amici e qualche amico ha dormito a casa mia qualche sera, ma non possono vivere nella paura con me. Lui entra ed esce da casa mia quando vuole, mi rintraccia ovunque vada, mi ha fatto più volte del male fermandosi coscientemente prima che fosse troppo tardi. Vivo nella paura che possa uccidermi. Una volta ha anche detto di avere una pistola. Non potevo rimanere più a casa mia, da sola”.

Che cosa hai fatto, tramite il tuo avvocato?

“Ho presentato denuncia per ogni volta che entrato in casa o mi ha aggredito. Sono state sentita con il ‘codice rosso’ a inizio gennaio, ma non è successo nulla. Pensavo e speravo che, quanto meno, ricevesse un divieto di avvicinamento o altre misure, mentre lui è libero di fare quello che vuole e io vivo nel terrore. Così me ne sono andata perché ho il fondato timore di essere uccisa. Ci hanno sempre detto di denunciare le violenze, ma se lo fai e non cambia nulla? A che serve denunciare se l’aggressore può continuare tranquillamente a fare quello che vuole?”.

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