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Cronaca

Drogato e violento picchia a sangue la ex compagna: "Voleva darmi fuoco"

Dramma tra le mure domestiche. Secondo quanto denunciato dalla vittima, l'uomo avrebbe cercato di appiccare il fuoco nella camera da letto dove si trovava. L'indagato è stato rinviato a giudizio

E’ stato rinviato a giudizio con l’accusa di tentato omicidio, poi derubricata in lesioni nei confronti della ex ragazza, un giovane 28enne di origini rumene ma residente a Perugia. Una storia controversa, con al centro una coppia con problemi di tossicodipendenza che si accusa a vicenda, quella comparsa davanti al gip. Tutto inizia nel gennaio del 2016, quando, durante un violento litigio tra i due, l’uomo l’avrebbe malmenata e  in preda all’ira, avrebbe anche tentato di dar fuoco alla casa.

L’uomo è stato arrestato nel febbraio scorso dai carabinieri di Perugia, la donna andò invece al Pronto soccorso dopo aver dichiarato di essere stata brutalmente picchiata dall’ex compagno senza una ragione. Con l’ausilio di un martello l’avrebbe ferita alle gambe, per poi colpirla in testa con un martello ed infine cercando di strangolarla. Ma non finisce qui perché, stando al racconto della vittima, l’uomo avrebbe dato fuoco ad alcuni pezzi di carta per poi lanciarli nella camera da letto, dove la donna si trovava.

Ha riferito inoltre come un giorno il compagno le avrebbe  rotto una costola in seguito alle botte, una violenza tale per cui ricorse alle cure del pronto soccorso ma che non denunciò. “Fu allora che decisi di allontanarmi da lui”.

Perché allora i due ragazzi, si trovavano insieme quella sera? La donna dichiara di esserci andata per riprendere i suoi effetti personali lasciati in seguito al suo allontanamento dalla casa, per poi cambiare idea e decidere di rimanere qualche giorno in sua compagnia.

La versione dell’indagato invece è di tutt’altra natura e la dinamica controversa delle dichiarazioni riportate dalla coppia, ha spinto il giudice a rivedere l’ipotesi di tentato omicidio. Le lesioni dichiarate dalla donna infatti, non coincidono con i referti dell’ospedale, che indicherebbero ferite poco profonde rispetto alla brutalità denunciata e alla modalità di aggressione. Fatto sta che la donna, quella sera, riportò comunque ferite ed ecchimosi. 

L’uomo nega la responsabilità dell’incendio,dichiarando di aver sentito urlare la sua ex dalla camera da letto ed averla messa addirittura in salvo dalle fiamme.  Afferma inoltre come la donna, soffrisse di dipendenza da stupefacenti, e di avere comportamenti autolesionisti tali da spingerla a “sceneggiare” un ipotetico suicidio in seguito alla lite di quella fatidica sera.

Con una sega prima, e con un coltello poi, avrebbe minacciato davanti a lui di togliersi la vita per “amore”. A quel punto l’ex compagno, per salvare la donna dai suoi intenti, l’avrebbe spintonata con violenza facendola cadere a terra, per poi sbatterla fuori casa. Ma la donna decisa a non demordere lo convinse a farsi aprire la porta di casa, per poi mettersi a letto e approfittando di una sua distrazione, iniziare ad urlare “al fuoco”. L’uomo, l’avrebbe così salvata dall’incendio portandola via.

Ma nella controversa faccenda, spunta anche un testimone: il padre dell’indagato che al momento dell’incendio era fuori casa, ma quando tornò, e vide del fumo uscire dalla camera da letto, allertò i vigili del fuoco e aiutò la giovane a scappare dalla finestra.

Insomma, una storia dai contorni ancora tutti da chiarire. Secondo il gip sussiste comunque il pericolo di reiterazione criminosa, anche in virtù della condotta violenta a danno della ex, della conclamata tossicodipendenza tale da determinare un certo abbassamento dei freni inibitori e dell’auto controllo e per questo per lui è stato disposta a febbraio la misura cautelare del carcere.

Per l’indagato, rinviato a giudizio, a dicembre  inizierà il processo penale. L’uomo è difeso dall’avvocato Vincenzo Bochicchio. 

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